A Napoli una psichiatra è stata minacciata e aggredita da un paziente che le ha puntato contro una pistola.
Vittima del terribile episodio che avrebbe facilmente potuto degenerare nell’ennesima tragedia, è una psichiatra dell’Asl Napoli 1 che, intorno alle 19.30 di ieri, Martedì 16 Maggio, al centro di Salute Mentale di Secondigliano ha subito il raid di violenza.
La dottoressa insieme ad un’infermiera, è riuscita a scappare e rifugiarsi in una stanza in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine, immediatamente allertate dai sanitari del presidio e giunte rapidamente al centro psichiatrico. Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato che ha messo in sicurezza la situazione e sequestrato la pistola usata dall’uomo. I sanitari dell’ASL Napoli 1 Centro hanno chiesto il fermo per il paziente, anche se poi si è proceduto al ricovero.
L’uomo che l’ha aggredita sarebbe infatti affetto da problemi psicopatologici. Al momento si trova sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio presso l’ospedale del Mare dove è stato accompagnato dalla stessa dottoressa che aveva minacciato. La donna infatti, nonostante lo shock vissuto, ha deciso di non interrompere il suo turno di servizio e continuare con il suo lavoro.
Napoli psichiatra aggredita: il sostegno della struttura
I direttori delle Unità di Salute Mentale dell’Asl Napoli 1 insieme al direttore del Dipartimento di salute mentale, si riuniranno questa mattina nel Centro di Salute Mentale dì Secondigliano per esprimere il proprio sostegno alla collega e fare il punto su quanto accaduto.
La dottoressa avrà a disposizione, da parte della’azienda sanitaria, un avvocato penalista per sporgere querela di parte.
“La nostra dottoressa, ancora sotto shock, ma con un grande spirito di servizio, afferma il direttore Generale Ciro Verdoliva, ha accompagnato il paziente in ambulanza sino all’Ospedale del Mare. Un comportamento encomiabile che, ancora una volta, la dice lunga sulla professionalità e sulla qualità umana del nostro personale”.
Verdoliva, oltre a ribadire il proprio sostegno e la vicinanza della Direzione Strategica a quanti subiscono violenza in servizio, ringrazia anche le forze dell’ordine per il lavoro che ogni giorno svolgono il loro lavoro e “rendendo più sicuri i presidi”.
Anche durante il trasporto verso l’Ospedale del Mare, il paziente ha tenuto comunque atteggiamenti di molestia nei confronti della dottoressa.
L’uomo giunto nella struttura è stato visitato e poi ricoverato nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura del P.O. San Giovanni Bosco per un ulteriore approfondimento psicodiagnostico.
Il precedente di Barbara Capovani
L’episodio di ieri crea molto allarme per la tipologia di violenza e ricorda la recente vicenda della psichiatra uccisa a sprangate a Pisa da un suo paziente che ha suscitato cordoglio in tutta Italia. La vittima, Barbara Capovani, madre di tre figli, era morta in ospedale lo scorso 24 Aprile e i suoi organi erano stati donati. Una tragedia che ha mobilitato gli addetti ai lavori, psicologi, ordine dei medici e i cittadini.
La sicurezza negli ospedali torna così al centro di un lungo dibattito dove gli operatori sanitari sono sempre più spesso oggetto di atti di violenza, fino a sfociare in tragedia.
Ieri il Coordinamento nazionale degli psicologi direttori di Struttura complessa in Asl e aziende ospedaliere ha rivolto una lettera appello a tutte le istituzioni. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla premier Giorgia Meloni per chiedere il rafforzamento delle strutture e delle risorse destinate alla salute mentale nell’ambito del servizio sanitario nazionale. E in particolare chiedere una “revisione della normativa in materia di autori di reato”.
“Rinnoviamo con forza l’appello lanciato lo scorso Gennaio, il servizio sanitario pubblico, vive nel suo complesso una carenza di risorse e condizioni di precarietà. In questo scenario, la salute mentale e la salute psicologica pagano un prezzo particolarmente alto”.
Gli operatori infatti, “lamentano sentimenti di solitudine, sebbene non si sottraggano all’impegno di affrontare quotidianamente criticità organizzative e professionali”.