Assomiglia a quella di Marilyn Monroe, la storia di Anna Nicole Smith, la modella e attrice statunitense morta a causa di un’overdose a soli 39 anni. La sua vicenda ha ispirato, negli anni, film e documentari di ogni sorta, rendendo evidente come il successo, a volte, possa rendere infelici, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Anna Nicole Smith storia: gli esordi e il successo
Nata in Texas nel 1967, Anna Nicole Smith, all’anagrafe Vickie Lynn Hogan, cresce grazie alle cure della madre e di una zia. Il papà le ha abbandonate quando lei era ancora in fasce; anche per questo, all’età di quindici anni, è costretta a lasciare la scuola e inizia a lavorare come cameriera in un ristorante di Houston. È lì che conosce quello che sarebbe diventato suo marito, Billy Smith. I due si sposano nel 1985. Sono entrambi giovanissimi e, poco dopo, hanno anche un figlio, Daniel. Ma la loro storia d’amore è destinata a naufragare. Per assicurare a suo figlio una vita serena, Smith si districa quindi tra ristoranti e strip clubs, dove lavora come spogliarellista.
Nel 1992 firma un contratto da milioni di dollari per posare per Playboy, nota rivista erotica. Più volte finisce in copertina e nel 1993 viene nominata Playmate dell’anno. Nel frattempo conosce J. Howard Marshall, un ricco magnate petrolifero. Quando intraprendono una relazione lui ha 86 anni, lei 24. Dopo il divorzio con il precedente marito, nel 1994 Smith lo sposa. Il loro matrimonio solleva non poche critiche, soprattutto da parte dell’opinione pubblica, per l’ampia differenza di età. In molti sostengono che la ragazza abbia sposato Marshall solo per ragioni economiche. Voci dicono addirittura che si sarebbe rifiutata di andare a convivere con lui.
Quando, quattordici mesi dopo le nozze, l’uomo muore, la questione dell’eredità scatena un putiferio. Il figlio di Marshall, che non aveva mai accettato il matrimonio del padre con la giovane, si oppone al suo testamento. Alla fine vince e la Smith è costretta non solo a rinunciare all’eredità, ma anche a pagare le spese processuali dell’uomo. Fa ricorso e questa volta la causa sembra muoversi in suo favore, anche perché ha ricevuto il sostegno dei migliori avvocati, fatti arrivare apposta per lei dalla Casa Bianca. Tuttavia, prima che il processo possa concludersi, muore.
La depressione e la morte per overdose
Oltre a lavorare come modella, nel 1994 Smith aveva intrapreso anche la strada del cinema, prendendo parte a diversi film e programmi tv. I suoi interventi pubblici diventano, nel tempo, sempre più discussi e tante delle trasmissioni che la vedono protagonista vengono cancellati. È il segno che qualcosa, in lei, non va. La sua storia, non a caso, inizia ad essere paragonata a quella di Marilyn Monroe, a cui per anni Smith aveva cercato di assomigliare. Alla fine è uguale anche l’epilogo.
Nel 2006 la donna dà alla luce la sua secondogenita, nata da una relazione avuta con il fotografo Larry Birkhead. Sono passati solo pochi giorni dalla nascita della piccola quando il suo primo figlio, Daniel, muore a soli vent’anni in circostanze misteriose. La sua morte – attribuita da molti a un abuso di alcol e droghe – la fa precipitare nella depressione. Sei mesi dopo, l’8 febbraio del 2007, viene trovata priva di sensi in una camera dell’Hard Rock Cafè and Casino di Hollywood. Viene soccorsa, ma muore durante il tragitto verso l’ospedale.
Stando all’esito dell’autopsia effettuata sul suo corpo, sarebbe deceduta a causa di un’overdose da farmaci, dopo aver consumato almeno nove sostanze diverse, tra cui il metadone, che quotidianamente usava per combattere i suoi disturbi depressivi. Aveva 39 anni e la sua storia, come quella dell’icona che l’aveva influenzata, è diventata un emblema di come si possa essere infelici nonostante il successo.