Non è stata la serata di Champions League che Paolo Maldini sperava e a cui era abituato da giocatore. Il Milan perde e lascia la competizione ad un passo dalla finale, ora la testa va immediatamente resettata sul campionato che vede i rossoneri fuori dalla corsa al massimo trofeo europeo. Servirà tutta l’esperienza dell’ex capitano per uscire da un momento negativo come questo e preprare al meglio i prossimi tre impegni di Serie A contro Sampdoria, Juvenus e Hellas Verona. Magari riuscendo a sfruttare anche i nuovi arrivati come Origi e De Ketelaere che al momento sono sotto l’occhio del ciclone dei tifosi per il loro scarso o nullo apporto alla causa.
Maldini Champions League
Dare l’addio ad un a passo dal sogno Champions League per Paolo Maldini non è facile soprattutto nel derby. Il dirigente rossonero però riconosce la superiorità dell’Inter di Simone Inzaghi che è sembrato più matura nella gestione dei centottanta minuti rispetto al caos e al nervosismo mostrato dalla formazione di Stefano Pioli:
La sconfitta contro l’Inter pesa di più ma non toglie niente a quello che abbiamo fatto oggi. Il nostro percorso è in crescita, abbiamo una rosa giovane con giocatori con contratti lunghi. Dobbiamo fare uno step superiore per andare a competere contro tutti. Il divario è reale: nelle ultime 4 partite non c’è stata gara. Oggi è stata giocato un pochino meglio, ma compromessa da quella dell’andata. È una maniera quella dell’Inter di giocare che ci dà fastidio e non riusciamo a trovare contromisure, poi abbiamo fatto fatica anche contro squadre meno forti dell’Inter nell’ultimo periodo.
La partita è stata determinata anche dal risultato dell’andata, dove sono stati più bravi di noi. I nerazzurri hanno meritato di andare in finale. Queste partite possono essere decise anche da un episodio ma non è stato così. Arrivare è stato insperato, ma adesso dobbiamo concentrarci sul campionato. Il quarto posto è la cosa più importante di questo momento e determina anche il nostro futuro. Se dovessimo qualificarci alla prossima Champions, sarebbe una stagione fantastica. Sarebbe da 8.
L’abbiamo detto l’anno scorso: non siamo strutturati ancora per competere su due competizioni, lo abbiamo detto allo stampa e ai nostri proprietari, lo sanno benissimo… È un percorso che ha portato grandi risultati sportivi ed economici. Ci sono tanti giocatori giovani. Oggi c’erano tre anni di media di differenza con l’Inter. Pancia piena no, si ha quando si arriva a certi risultati, quando si vince e si rivince; al Milan non ti è consentita. Credo ci siano delle occasioni da sfruttare. Essere tornati a questo livello deve essere sfruttato, anche a livello economico investendo per rimanere fra le prima quattro e fare bene in Italia
Il Milan dei giovani
Sul banco degli imputati di questa stagione vanno i nuovi arrivati. Se il giovane Thiaw è stata una piacevole sorpresa, al momento sono due delusioni Divock Origi e Charles De Ketelaere. I due giocatori belgi dovevano diventare rispettivamente la punta alternativa per far rifiatare Giroud e il nuovo trequartista per fare il salto di qualità in un reparto senza padrone. Due flop con l’ex Bruges che non è nemmeno riuscito a trovare una rete in stagione. Paolo Maldini però non recrimina per le scelte fatte l’estate scorsa, ribadisce la progettualità rossonera verso i giovani con la consapevolezza che può succedere di doverli aspettare:
Essere tornati a questo livello deve essere sfruttato, anche a livello economico investendo per rimanere fra le prima quattro e fare bene in Italia. Con Rafael Leao siamo ai dettagli, ci sono piccolissime cose da mettere a posto, ma la cosa sarà fatta sicuramente. Origi ha tutto per essere un grande calciatore. Ha fisico, tecnica, velocità, tiro, destro, sinistro. Effettivamente fa fatica a determinare nella zona della porta avversaria, e questo è un problema perché è un attaccante. Sinceramente ci aspettiamo tantissimo da lui, l’abbiamo preso a parametro zero ma è stato un investimento importante dal punto di vista del salario. Guardandolo in allenamento sappiamo quello che può fare, è un altro esempio di un giocatore esperto ma che comunque non è riuscito a dare quello che ci aspettavamo. L’abbiamo preso per essere un’alternativa a Giroud, questo era un pensiero che avevamo avuto.
De Ketelaere è un esempio di giocatori che devono crescere, è normale. Sarebbe stato molto più semplice e molto meno oneroso per noi andare su un giocatore come Dybala all’inizio dell’anno. Ma sarebbe stato un acquisto giusto per il nostro progetto? Sarebbe stato giusto e condiviso dalla proprietà? No. Sappiamo che abbiamo un’idea e abbiamo la volontà di costruire una squadra giovane e talentuosa. Quando prendi ragazzi giovani si rischia, si rischia che facciano fatica. È stato così per Tonali il primo anno, è stato sicuramente così per Charles quest’anno, ma questa è la nostra idea di calcio, la nostra idea di come investire. È una cosa condivisa con la proprietà. Se avessi dovuto fare una formazione più forte oggi magari avrei fatto un altro tipo di mercato. Non è così perché abbiamo un progetto che stiamo sviluppando insieme. Ci vuole tempo, essendo sempre consci che siamo il Milan. Questo lo sappiamo, chi meglio di me lo può sapere che abbiamo sulle spalle una storia grandissima?