Pensioni nuovi tagli sugli assegni in vista per questi cittadini. L’Ente nazionale della previdenza sociale ha confermato la presenza della restituzione delle somme percepite indebitamente e la revoca definitiva delle pensioni per l’assenza della situazione reddituale.

In sostanza, il provvedimento adottato dall’Ente riguarda gli iscritti alle gestioni private per gli anni di competenza del 2019 e 2020. In questo articolo, analizzeremo le caratteristiche principali del provvedimento di revoca definita.

I tagli “choc” delle pensioni INPS: ecco gli importi da restituire nell’immediato

L’Ente nazionale della previdenza sociale nel messaggio n. 1661 del 9 maggio 2023, ha confermato la presenza della revoca definitiva di somme correlate alla condizione reddituale 2019. In particolare, il comunicato si riferisce ai pensionati registrati alle gestioni privati che hanno omesso la presentazione delle dichiarazioni dei redditi.

In sostanza, alcuni pensionati dovranno restituire la somma aggiuntiva e la quattordicesima riferite al periodo 2019 e 2020. L’INPS procederà al recupero delle somme percepite indebitamente recuperando l’importo dovuto in 24 rate con decorrenza dal mese di giugno 2023.

In verità il recupero delle somme abbraccia anche gli importi percepiti in base all’ex lege 388/2000, la cui revoca si riferisce ai periodi 2019 e 2020.

Anche in questo caso, l’Ente nazionale della previdenza sociale procederà al recupero delle somme percepite indebitamente recuperando l’importo dovuto in 12 rate con decorrenza dal mese di giugno 2023.

In determinati casi, è possibile procedere anche alla compensazione dei crediti. Nel merito di quest’ultima ipotesi, ulteriori dettagli sono rilevabili nel cedolino pensionistico.

 Perché mi riducono l’assegno pensione nel 2023?

L’Ente nazionale della previdenza sociale ha rinnovato il regime sanzionatorio per coloro che omettono di comunicare la dichiarazione dei redditi, procedendo alla riduzione momentanea della prestazione o revocandola in modo permanente.

Si tratta dell’applicazione di un provvedimento sospensivo che scatta nell’immediato producendo la riduzione momentanea del trattamento e la richiesta dell’aggiornamento delle condizioni reddituali. Decorso il termine indicato nel sollecito l’Ente procede alla revoca definitiva del trattamento previdenziale e al recupero delle somme percepite indebitamente.

La somma massima portata in riduzione corrisponde alla misura del 10 per cento della pensione lorda, a cui viene applicata una trattenuta del valore massimo pari a 13,69 euro sui trattamenti previdenziali sotto il minimo vitale.  

In ogni caso, l’INPS ha spiegato che per i pensionati che richiedendo la ricostruzione reddituale procederà al ripristino totale della pensione, applicando la restituzione delle somme di denaro trattenute.

Nel merito di quest’ultimo punto, ricordiamo che nella pagina ufficiale dell’Ente nazionale della previdenza sociale è disponibile un apposito servizio per i pensionati che intendono richiedere la “Ricostruzione reddituale per sospensione della pensione”, secondo le disposizioni contenute nell’articolo 35 comma 10bis del decreto legge n. 207/2008.  

Il servizio telematico può essere utilizzato dai pensionati che dispongono dell’identità digitale, come ad esempio Spid, Cns o Cie. Diversamente, è possibile rivolgersi a un Caf o patronato.

Assegni pensioni ridotti: ecco quali sono gli importi da restituire subito all’INPS

Non sono pochi i pensionati che subiranno la revoca definitiva delle somme percepite nel periodo 2019 e 2020. Le precisazioni sono contenute nel messaggio INPS numero 1661 del 2023, per cui l’Ente procede alla revoca definitiva delle somme aggiuntive correlate al reddito per gli iscritti alle gestioni private.

La revoca in questione si riferisce alla quattordicesima percepita nel 2019 e 2020 e alle maggiorazioni sociale erogate ex legge 338/2000 (legge di Bilancio 2001).

L’Ente nazionale della previdenza sociale per la quattordicesima procede con la restituzione della somma aggiuntiva suddivisa in 24 rate mensile.

Per questo, il periodo di decorrenza della restituzione delle somme aggiuntive parte dal mese di giugno 2023 fino al mese di giugno 2025.

Diversamente, per la restituzione delle maggiorazioni, l’importo viene frazionato in 12 rate mensili con decorrenza dal mese di giugno 2023.

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