Non ci sono parole per descrivere la sconfitta di Jannik Sinner agli ATP di Roma contro Fabricio Cerundolo. Il tennista azzurro non è quasi mai sembrato in palla, nonostante una forma fisica che sembrava reggere a dispetto di ciò che si poteva pensare al termine del match odierno contro l’argentino.
La partita terminata in tre set ha premiato la lucidità del rivale argentino mentre il nostro Jannik ha commesso troppi errori e sebbene fosse riuscito ad aggiudicarsi il primo set, alla fine ha dovuto cedere alla miglior qualità espressa dal suo avversario. Sbollita la delusione quasi doppia se consideriamo anche l’eliminazione di Carlos Alcaraz, Sinner ha voluto commentare la sua performance di oggi:
Questo era il mio 100% oggi, ho dato tutto quello che avevo. Non ho giocato come volevo, ma è andata così. È stata una giornata tosta, ci tenevo tanto, ma anche dopo aver vinto il primo set non mi sentivo benissimo in campo. Fisicamente sono molto allenato, però ci sono giornate in cui non mi sento benissimo, come oggi, peccato, perché è successo proprio qui a Roma. Ora proviamo a capire perché è andata così, e di trovare la soluzione giusta.
ATP Roma, le parole di Sinner sull’assenza di Vagnozzi
A destare ulteriore scalpore e ad infervorare le discussioni dei vari detrattori è stato un dettaglio relativo all’allenatore di Sinner, ossia Simone Vagnozzi. Quest’ultimo non era presente in tribuna nel corso del match contro Cerundolo e in tanti si sono chiesti quale potesse essere il motivo; una polemica sterile che è stata sedata dallo stesso Jannik:
Sono molto legato a lui, come sono legato a tutti quelli del mio team. Quando inizi un torneo con delle persone e poi queste si assentano, un pochettino lo subisci. Nei giorni scorsi Simone non si è sentito benissimo, avrà mangiato qualcosa che lo ha fatto stare male
Infine, un secondo commento amaro sulla partita di oggi:
Non ero costante come al solito. Lui ha giocato un’ottima partita. A un certo punto ho provato a fare un pochino più di gioco, ma col dritto ballava un po’ tutto, non ero costante come al solito. Volevo farlo muovere un po’ di più, però quando lo facevo perdevo comunque il punto