Caro affitti studenti: “Governo e ministero stanno trattando in maniera esclusivamente propagandistica la questione del caro affitti e dei finanziamenti del Pnrr all’edilizia universitaria”, così Niccolò Piras dell’Unione degli Universitari al Tg Plus condotto da Aurora Vena.
Studenti, il governo ritira l’emendamento contro il caro affitti
Il governo ha deciso di ritirare l’emendamento che destinava 660 milioni di euro del Pnrr agli alloggi universitari. Il ministero dell’Università, però, fa sapere che non si tratta di una retromarcia ma semplicemente di una scelta di natura tecnica.
“Evidentemente – continua Niccolò – è una scelta che è stata fatta per dare copertura mediatica a un ministero che è evidentemente in difficoltà. Come Unione degli Universitari, e come studentesse e studenti stiamo contestando non solo l’assenza di misure strutturali per contrastare il caro affitti ma anche che il disegno del Pnrr è fondamentalmente sbagliato perché oggi si va investire su un’edilizia privata che è inaccessibile e non risolve minimante il problema della scarsità di posti letto per studenti universitari”.
Ci sono molti commentatori che reputano la protesta degli studenti contro il caro affitti un po’ infantile perché vedono negli universitari una certa ritrosia a fare sacrifici.
“Il focus della protesta – spiega lo studente – parte dal fatto che noi pensiamo che il diritto allo studio vada inteso a 360 gradi. Fa parte del diritto allo tanto la presenza di alloggi universitari quanto la presenza di borse di studio, quanto la presenza di sostegni agli affitti per chi non sia compreso in queste categorie di agevolazioni. Pensiamo che gli investimenti siano da fare su più fronti. Oggi una borsa di studio non è sufficiente a pagare un affitto. Lo abbiamo dimostrato. C’è un costo della vita sempre più alto e a pagare queste spese non sono i singoli studenti che sono dei ‘magnaccioni’ secondo alcuni commentatori, sono le famiglie che si indebitano. Le borse di studio vanno rifinanziate e chiediamo al Ministro Bernini come far fronte all’aumento degli idonei che ci sarà dall’anno prossimo ma soprattutto vanno costruite maggiori residenze universitarie che sono estremamente al di sotto della media europea”.
L’offerta formativa delle università italiane è difforme da una Regione all’altra, sebbene facciano tutte parte del medesimo circuito pubblico.
“Come Unione degli Universitari – ha detto Niccolò – noi evidenziamo da quando siamo nati il problema della qualità dell’offerta formativa. Quando si è creata l’autonomia universitaria e si è scelto di mettere gli atenei in competizione l’uno con l’altro, con una differenziazione pressoché totale di quella che è la funzione dell’università. Questa è una lotta anche per non essere obbligati a emigrare. È una lotta per poter garantire una autonomia di scelta all’individuo. Una persona deve poter scegliere di trasferirsi a Roma o Milano come deve poter scegliere di stare a Lecce perché l’università deve garantire una qualità di servizi adeguata, tanto dell’una quanto nella tua università”.
La protesta degli studenti si allarga
La protesta intanto si allarga, oltre agli atenei adesso state spostando le tende davanti ai palazzi delle Regioni.
“Diversi territori stanno portando avanti forme di protesta differenziate. Il 19 saremo a Verona per far presente alla ministra Bernini che inaugurerà l’anno accademico, che abbiamo bisogno di risposte. Abbiamo mandato una lettera con le nostre rivendicazioni ma non abbiamo ricevuto risposta. Inoltre faremo presente che anche il 660 milioni che sono oggetto della prima domanda non risolvono il problema. Perché si vanno a finanziare principalmente degli interventi che non aumentano il numero totale di posti di alloggio ma si tratta di alloggi già previsti ma che semplicemente vengono ammodernati. Ma nella stragrande maggioranza dei casi parliamo di studentati privati”, ha concluso Niccolò Piras.