Un Consiglio d’Europa che si apre con le dichiarazioni alla stampa dei principali leader. A Reykjavik, in Islanda, Giorgia Meloni ha modo anche di puntare l’attenzione sulle amministrative e sulle principali tematiche internazionali che andranno affrontate nelle riunioni dei prossimi giorni.

In primis, la guerra in Ucraina

Il Consiglio d’Europa si apre ovviamente puntando l’attenzione su quell’est che è considerato la frontiera dell’Unione Europea: la guerra in Ucraina. Per la Meloni c’è un tema che “qui vale la pena di ribadire”:

L’unità dell’Europa nel suo complesso per difendere valori che in Ucraina sono stati colpiti: la democrazia, la libertà e l’indipendenza. E, ovviamente, una istituzione come questa che nasce per difendere i diritti fondamentali dell’uomo non può non essere presente in un momento come questo. Credo che anche il segnale concreto che emerge da questo vertice dell’istituzione è il registro dei danni provocati dalla guerra. Credo sia un segnale molto importante.

Sul tema, Giorgia Meloni ricorda anche come il Consiglio d’Europa abbia anche un merito italiano, ribadendo l’unità all’interno delle istituzioni europee:

È l’immagine di una Europa unita ed è l’immagine di un’Europa che agisce concretamente. Questa è un’istituzione che nasce per difendere i diritti fondamentali dell’uomo, il diritto internazionale. Ora questi valori, che abbiamo dato a lungo per scontati, e che questa istituzione difende ora sono sotto attacco con la guerra di aggressione all’Ucraina. Questa istituzione deve essere presente. Tra l’altro, voglio ricordare, che l’idea di un vertice – che non si celebra dal 2005 – è nata proprio a Torino nella riunione conclusiva della nostra presidenza del Consiglio d’Europa. E quindi sono contenta se abbiamo avuto un ruolo in questo momento che diventa plasticamente importante per dire “noi non accetteremo che il diritto e la forza del diritto venga soppiantata dal diritto del più forte”. E, se saltano le regole del diritto internazionale, è un mondo che non conviene a nessuno.

Disgelo con la Francia. Cordialità tra Meloni e Macron

Le domande dei giornalisti vertono anche per Giorgia Meloni non solo sulle amministrative, ma anche sulle questioni e le tensioni internazionali. Prima, fra tutte, oltre all’Ucraina, quella fra Italia e Francia. E la novità è che c’è stato alla fine un clima di “grande cordialità” tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni durante il vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik, in Islanda. Le parole di Macron sembrano confermare i segnali di armonia tra i due leader e soprattutto i due paesi: “L’Italia non può essere lasciata sola davanti alla pressione dei flussi migratori. Con Giorgia Meloni ci confronteremo, spero di poter cooperare con il suo governo”.

Avrò modo di vedere tutti. Da qui andrò direttamente in Giappone per il G7: saranno quindi lunghe giornate nelle quali tutti parleranno con tutti. A me interessano particolarmente le questioni che in questa fase la comunità internazionale deve avere la forza di affrontare e ribadire senza tentennare. Il resto sono questioni di politica interna e le lasciamo alla politica interna

Amministrative, Meloni: “4 capoluoghi su 6 al centrodestra? Molto bene”

Sul tema delle amministrative, il capo del governo non nasconde un bilancio più che positivo:

Sono molto soddisfatta dei risultati delle elezioni amministrative, almeno del primo turno, anche in comuni dove il risultato non era proprio scontatissimo. Ma mi pare che per i sindaci dei comuni capoluogo che sono stati assegnati al primo turno 4 su 6 sia un buon risultato per il centrodestra. E quindi penso che i cittadini vogliano spronarci a proseguire il nostro lavoro. E questa è la cosa più importante. Faccio un in bocca al lupo e auguri di buon lavoro ai sindaci che sono stati eletti.