La visita fiscale Inps è un accertamento medico domiciliare da parte dei medici fiscali Inps, che si svolge in fasce orarie prestabilite, note come fasce di reperibilità, presso il domicilio del lavoratore. La visita fiscale Inps può essere richiesta dal datore di lavoro o dall’Istituto di previdenza stesso per verificare lo stato di malattia del dipendente. Infatti, la malattia è l’evento di assenza più frequente tra i dipendenti e richiede un certificato medico o attestato di malattia che indichi i giorni di riposo necessari per la guarigione. Sono previsti alcuni casi di esenzione dalla visita fiscale, ma ci sono altre questioni più controverse a cui si cerca una risposta. Ad esempio: un lavoratore in prova può essere soggetto a visita fiscale Inps?

Fasce di reperibilità per lavoratori dipendenti pubblici e privati

Le fasce orarie di reperibilità sono differenti per i lavoratori dipendenti pubblici e per quelli privati e si suddividono nel seguente modo:

  • Dipendenti pubblici
    • Mattina: 9-13
    • Pomeriggio: 15-18
  • Dipendenti privati
    • Mattina: 10-12
    • Pomeriggio: 17-19

Ovviamente, la visita fiscale può avvenire in qualsiasi giorno della settimana, negli orari su indicati, anche durante i weekend o i giorni festivi. Inoltre, queste visite possono essere ripetute anche più di una volta, consecutivamente o durante il giorno stesso. Così, può capitare che un dipendente pubblico possa ricevere una visita fiscale un sabato mattina alle 10 e poi riceverla lo stesso giorno nel pomeriggio alle 16. Nulla vieta un nuovo controllo ripetuto nello stesso giorno, poiché tra i principali scopi della visita fiscale Inps vi è quello di controllare che il lavoratore non stia truffando il datore di lavoro fingendo una malattia.

Visita fiscale Inps per lavoratore in prova: legittima o no?

Trovare un impiego dopo mesi senza lavoro può rappresentare un’ottima chance, tuttavia può capitare di ammalarsi nei primi giorni. In questo caso è naturale sentirsi ansiosi e temere che il datore di lavoro possa equivocare la situazione. Ciononostante, una sentenza della Corte di Cassazione del 1998 tutela il lavoratore in prova, il quale ha tutto il diritto di svolgere tale periodo.

La giurisprudenza recente sembra anche confermare la sospensione del periodo di prova in caso di malattia del neoassunto. In questa circostanza, il lavoratore in prova può essere soggetto a visita fiscale Inps per verificare l’effettiva infermità? No, proprio in virtù del fatto che il neo-lavoratore ha tutto il diritto di svolgere il periodo di prova: quest’ultimo, infatti, in caso di malattia resta congelato, quindi rimandato a un momento successivo, anche perché il lavoratore non è ancora stato assunto ufficialmente, pertanto non può ritenersi un impiegato con gli stessi diritti e doveri di un dipendente e, di conseguenza, non è tenuto al controllo del datore di lavoro.

Si ricorda, infine, che le visite di controllo possono essere richieste dall’INPS o dal datore di lavoro e sono effettuate solo da medici fiscali preposti a questo ruolo. Ciò significa che il datore di lavoro non può mandare un medico privato per la visita fiscale. Questo sarebbe illegittimo sia nel caso in cui il lavoratore sia in prova, sia nell’eventualità in cui sia già dipendente.

Il datore di lavoro può mandare l’investigatore?

Il datore di lavoro può reclutare un investigatore privato e disporre indagini per accertare se il lavoratore in malattia stia svolgendo un altro impiego, allo scopo di dimostrare l’insussistenza dello stato di malattia e l’incapacità di eseguire il lavoro per cui viene pagato. Il controllo deve limitarsi all’osservazione dei comportamenti quotidiani, senza valutare lo stato patologico.

Chi è in malattia ma si dedica ad altra occupazione lavorativa può essere ritenuto colpevole di violare gli obblighi di correttezza e buona fede e anche la giurisprudenza si è espressa in merito, con la Corte di Cassazione che ha dichiarato punibile il comportamento del lavoratore nel caso in cui l’attività quotidiana svolta porti a un allungamento dei tempi di guarigione o non presti la dovuta attenzione alle proprie condizioni fisiche per tornare regolarmente a lavoro. La dimostrazione di questo è però a carico dell’azienda, se quest’ultima ha disposto le indagini.

Tuttavia, ribadiamo il concetto che quanto appena scritto non può essere applicato al lavoratore in prova, che si è ammalato ancor prima di cominciare il lavoro e che, essendo in prova, non è stato ancora assunto e quindi non può ritenersi dipendente. Pertanto, eventuali controlli investigativi nei suoi confronti sarebbero totalmente illegittimi.