Dario Carotenuto, capogruppo M5S in Commissione di vigilanza Rai, commenta gli avvenimenti che hanno scosso la Tv pubblica negli ultimi giorni. Solo una settimana fa, infatti, l’ex ad Carlo Fuortes ha lasciato la guida della Rai in aperta polemica con il Governo. All’uscita di Fuortes si è poi aggiunto, domenica, l’arrivederci di Fabio Fazio, storico volto della Radiotelevisione italiana. I due episodi hanno così riportato al centro del dibattito politico il tema mai risolto dell’indipendenza della Rai dal controllo dei partiti.
Commissione vigilanza Rai, Carotenuto (M5S): “Sulla Rai la strategia del Governo è stata imbarazzante”.
La redazione di TAG24 ha raggiunto Dario Carotenuto, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione di vigilanza Rai, per commentare le tumultuose vicende che nelle ultime settimane hanno riguardato la Radiotelevisione italiana. Dopo l’addio dell’ex ad Carlo Fuortes – cui è subentrato, ieri, Roberto Sergio – anche Fabio Fazio ha annunciato, dopo quarant’anni di servizio, il congedo dalla Tv pubblica. La successione degli avvenimenti – in verità nell’aria da mesi – ha scatenato le opposizioni che hanno denunciato con forza l’occupazione della Tv pubblica da parte della maggioranza. Accusa, questa, che la maggioranza ha prontamente respinto al mittente rivendicando la piena legittimità delle sue scelte.
Onorevole Carotenuto, cosa pensa dell’addio di Fazio alla Rai?
“Non credo che sia importante la mia opinione da telespettatore. Da politico ed esponente della Commissione vigilanza Rai la mia attenzione è rivolta all’indipendenza della Rai da qualsiasi ingerenza politica, alla difesa del pluralismo e alla necessità di garantire spazio e libertà di parola al pensiero critico, alla satira, alla cultura indipendente”.
Ha trovato fuori luogo l’esultanza del ministro Salvini su Twitter?
“Esultanza assolutamente sguaiata. Credo che Salvini non abbia ancora compreso che un ruolo di governo è incompatibile con le libertà che si prende sui social, dove si esprime come un tifosotto da bar. È ancora affetto dalla sindrome da Papeete”.
Negli avvicendamenti degli ultimi giorni anche la trasmissione Report è apparsa, per un momento, come fortemente in bilico. La riconferma del programma è una buona notizia?
“Report, dal mio punto di vista, è un vero e proprio simbolo di libertà. Nella sua storia ha colpito tutti i partiti politici e certamente non è stato tenero neanche nei confronti del Movimento 5 Stelle. Non per questo, però, mi ha mai sfiorato l’idea di poter contestare questo gruppo di lavoro cui va dato, invece, il merito di macinare ascolti con un genere televisivo che non è adatto a tutti i palati.
A mio parere, anzi, ci vorrebbero sempre più programmi di inchiesta e approfondimento in Rai. E i programmi che ci sono andrebbero protetti e valorizzati. Il M5s lo dice dal primo instante”.
Come giudica il comportamento tenuto dal Governo nell’avvicendamento dei nuovi vertici Rai?
“La strategia che ha portato Fuortes alle dimissioni è stata decisamente imbarazzante: penso in particolare a quella norma che voleva forzare l’addio di Lissner al Teatro San Carlo in quanto 70enne. Esiste già la possibilità di nominare i vertici Rai da parte del governo, Meloni e i suoi però hanno voluto farlo subito, producendo norme ad personam. Quello che va cambiato però è proprio questo modello: vogliamo una nuova legge sulla governance che liberi la Rai dai partiti. E in questo solco si muove la proposta di Conte degli Stati generali del servizio pubblico”.
Crede che effettivamente la Rai degli ultimi anni fosse deficitaria in tema di pluralismo politico?
“Che io ricordi c’è sempre stato qualcuno che lamentava dell’assenza di pluralismo in Rai. È triste constatare che, nonostante passino gli anni, il problema rimanga”.
Onorevole Carotenuto, come lavorerà il M5S in commissione Vigilanza Rai per garantire la pluralità di opinioni?
“In Vigilanza ci stiamo occupando del contratto di servizio ed è lì che sicuramente potremo fare la nostra parte. Noi del Movimento puntiamo in particolare ad inserire indicatori quantitativi e qualitativi per i temi di cui si parla in Rai. È fondamentale, in particolare, che le sanzioni siano tali da disincentivare la trasgressione dei vincoli che saranno individuati. Il tema non è quanti minuti di spazio ha il M5s o il Pd o la Lega. Il tema è che si deve parlare sempre più di ambiente, di sostenibilità e di cultura: su questo la politica non può essere proprietaria”.
Giuseppe Conte ha lanciato la proposta degli “Stati generali della tv” per arrivare a una riforma del servizio pubblico. Quali sono, a suo giudizio, le priorità?
Io sono favorevole innanzitutto ad una riforma della legge sulla governance della Rai, dal momento che quella approvata da Renzi ha dato praticamente poteri pieni al governo. Penso che la Rai dovrebbe essere libera da ingerenze dei capipartito. O, come preferisco dire, che dobbiamo liberare i partiti dal peso della Rai. Hanno così tanto da fare che è giusto si concentrino su altro. La soluzione però non può essere abolire il canone, altrimenti sarebbe un enorme favore alle tv private. Serve al contrario valorizzare pienamente il valore culturale del servizio pubblico radio-televisivo“.