Il governo ha ritirato l’emendamento contro il caro affitti. Erano previsti 660 milioni di euro che sarebbero andati a sostenere gli studenti, ora il tutto dovrebbe confluire in un provvedimento successivo.
Governo ritira emendamento sul caro affitti
Nuovo capitolo della questione caro affitti. Dopo aver annunciato lo stanziamento di 660 milioni il governo ha ritirato l’emendamento che metteva a disposizione la cifra per il contrasto alla crisi abitativa. C’era il rischio di inammissibilità dell’emendamento quindi è stato ritirato durante la seduta congiunta delle commissioni affari costituzionali e lavoro della Camera. Fonti della maggioranza spiegano che il decreto dovrebbe poi confluire in un provvedimento successivo.
Polemiche sul lavoro del governo
Una figuraccia, così il capogruppo del M5S alla Camera Francesco Silvestri ha definito il ritiro da parte del governo dell’emendamento per il contrasto al caro affitti. Sempre Silvestri ha aggiunto: “Tra l’altro, a rendere il tutto ancor più ridicolo, c’è che quello del governo Meloni era un vero e proprio bluff visto che quelle annunciate e poi ritirate, non erano nuove risorse, ma quelle già previste nel Pnrr“. Un dato, quello raccontato dal capogruppo pentastellato, confermato anche nel corso di un’intervista pubblicata ieri da Tag24.it a Camilla Piredda, coordinatrice nazionale di Unione degli Universitari.
Polemico anche il Partito democratico sul dietrofront da parte del governo. La vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, ha scritto in un tweet “La propaganda della destra, come sempre, si sfalda alla prova dei fatti, quando c’è da essere concreti. La loro idea di Paese? Le donne a casa e gli studenti nelle tende”. Critica anche da parte di Stefania Bonaldi, responsabile Pubblica Amministrazione nella segreteria dem:
“Il governo ritira quindi l’immediata operatività di misure contro il caro affitti che destinavano 660 milioni di euro a nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti. Misura assai opinabile, tra l’altro, se non destinata a interventi strutturali. E ritira anche la promozione della parità di genere nel settore degli appalti pubblici, cioè una premialità in favore delle imprese che adottano politiche in tal senso. Al di là della figura da dilettanti allo sbaraglio di un Governo che evidentemente non verifica prima la fattibilità delle proprie proposte, viene il dubbio che si sia trattato di una manovra a uso e consumo elettorale, giusto per lanciare qualche promessa nel vuoto”.
Il #Governo ritira emendamenti su parità di genere negli appalti e housing universitario. La propaganda della destra, come sempre, si sfalda alla prova dei fatti, quando c'è da essere concreti. La loro idea di Paese? Le donne a casa e gli studenti nelle tende.
— Chiara Gribaudo (@chiaragribaudo) May 16, 2023
Polemica anche Simona Bonafè riguardo al dietrofront da parte del governo: “Prima il governo annuncia la carica e poi si ritira con la coda tra le gambe. Davvero una gran brutta figura sul caro affitti”. Mentre il presidente dei senatori dem Francesco Boccia parla di un bluff da parte del governo:
“Avevamo già denunciato che i 660 milioni annunciati dal governo non risolvevano il problema perché si trattava di risorse già previste che garantivano solo un po’ di alloggi universitari in più gestiti però da privati. Ma oggi la retromarcia del governo su quell’emendamento, tanto sbandierato, al decreto sulla pubblica amministrazione dimostra che abbiamo di fronte un governo capace solo di fare propaganda ma incapace di affrontare in modo strutturale un problema che colpisce soprattutto i nostri giovani. Quello di oggi è l’ennesimo bluff di un governo che fa il gioco delle tre carte sulla pelle di studenti e famiglie”
Le proteste continueranno
L’ultima scelta del governo sicuramente potrebbe portare a un prolungamento delle proteste che sarebbero comunque andate avanti. Gli studenti chiedono di avere voce nei tavoli che porteranno a decisioni sul caro affitti e nel frattempo il movimento “Cambiare Rotta” ha annunciato che la protesta sarà estesa anche ad altre categorie colpite dalla crisi abitativa.