Il colosso energetico italiano Eni ha recentemente annunciato il lancio di due nuove emissioni obbligazionarie, per un valore totale di 2 miliardi di euro. Si tratta di un Bond Eni a 4 anni e di un’obbligazione a 10 anni. Il primo, quello dalla durata più breve, ha una struttura piuttosto particolare, che riassumeremo nel paragrafo successivo. La mossa di lanciare nuove obbligazioni da parte del cane a sei zampe si inserisce nel contesto del programma di Euro Medium Term Note dell’azienda, una strategia chiave per rispondere alle esigenze di finanziamento future.

Nuovi Bond Eni: caratteristiche e accoglienza del mercato

Le nuove obbligazioni Eni, entrambe a tasso fisso, hanno catturato l’attenzione degli investitori istituzionali, principalmente da Germania, Regno Unito, Francia e Italia. Il volume totale degli ordini ha raggiunto circa 5 miliardi di euro, più del doppio dell’offerta iniziale, segno dell’elevato interesse per questi strumenti di investimento.

La prima obbligazione, con scadenza il 19 maggio 2027, un valore di 750 milioni di euro e un prezzo di re-offer del 99,982%, si distingue per il suo impegno nel campo della sostenibilità. Conosciuta come obbligazione “sustainability-linked“, il pagamento della cedola annua, fissata al 3,625%, è legato al raggiungimento di due obiettivi specifici entro il 31 dicembre 2025: ridurre l’impronta di carbonio netta (Scope 1 e 2) a 5,2 MtonCO2eq o meno e aumentare la capacità di produzione di energia rinnovabile a 5 GW o più. Nell’eventualità in cui uno dei due obiettivi non dovesse essere raggiunto, il tasso di interesse riguardante la cedola pagabile a scadenza subirà un incremento di mezzo punto percentuale (+0,50%) in base a quanto previsto nei termini e condizioni dell’emissione.

La seconda obbligazione, con scadenza il 19 maggio 2033, un valore di 1,25 miliardi di euro e un pricing del 99,505%, offre invece una cedola annua del 4,250%. Entrambi i bond hanno raggiunto un buon pricing sul mercato, con i sottoscrittori che si assicurano rendimenti interessanti.

Sostenibilità ambientale e transizione energetica: l’impegno di Eni

Il lancio di queste obbligazioni sottolinea l’impegno di Eni nella transizione ecologica. L’azienda mira a utilizzare i proventi delle emissioni per finanziare i suoi fabbisogni ordinari, compresi investimenti nella produzione di energia rinnovabile e nella riduzione dell’impronta di carbonio.

Bond Eni: le banche coinvolte

Il processo di collocamento delle obbligazioni è stato gestito da un consorzio di banche di prim’ordine, tra cui Crédit Agricole CIB, Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo, MUFG, Santander, SMBC, Société Générale e UniCredit, tutte in qualità di joint bookrunner, ovvero principali sottoscrittori dei titoli, in questo caso congiunti con altri istituti di credito per minimizzare il rischio.

Questo non è il primo collocamento di obbligazioni Eni di quest’anno. Infatti, lo scorso 16 gennaio, l’azienda aveva già lanciato ulteriori bond per un valore di oltre 1 miliardo di euro, con un rendimento minimo del 4,3%.

Bond Eni rivolto al mercato degli investitori istituzionali

Sebbene queste nuove obbligazioni siano state riservate esclusivamente agli investitori istituzionali, la notizia del lancio potrebbe interessare anche i piccoli risparmiatori. Le informazioni derivanti dal processo di collocamento possono infatti fornire importanti indicazioni sugli umori di investimento attorno al mondo Eni.

Obbligazioni Eni a 4 e 10 anni: prospettive

Una volta completato il processo di collocamento, le obbligazioni verranno quotate alla Borsa di Lussemburgo, offrendo agli investitori istituzionali un’ulteriore opportunità di partecipare al successo di una delle maggiori aziende energetiche europee.

Nel contesto del recente collocamento di Eni, gli osservatori del mercato potrebbero chiedersi se l’eccezionale performance del bond sostenibile Eni 2028, emesso a gennaio, possa influenzare positivamente l’esito di questa nuova operazione.

Nel caso del bond sostenibile Eni 2028, la risposta degli investitori retail fu travolgente. Infatti, le richieste hanno superato i 10 miliardi di euro da parte di oltre 300.000 investitori.

Inoltre, con l’attuale slancio positivo attorno alla transizione energetica e la crescente domanda di strumenti di investimento sostenibili, le obbligazioni Eni potrebbero rivelarsi un’opzione di investimento interessante per gli anni a venire.