Chi è Rob Burrow, l’ex giocatore di rugby malato di SLA che ha completato la maratona di Leeds? L’impresa è stata portata a termine grazie all’aiuto dell’amico, nonché ex compagno Sinfield, che lo ha portato in braccio in quella che da tutti è stata definita la sua maratona.
Chi è Rob Burrow?
Rob Burrow è un ex rugbista, che ha trascorso 16 anni nella Rugby League, ossia il campionato di rugby a 13. La sua stazza minuti, visti i soli 165 cm di altezza e i 70 kg di peso, lo hanno reso il giocatore più piccolo della Lega. La sua vita, però, è cambiata radicalmente all’improvviso, quando a fine 2019, gli è stata diagnostica una malattia del motoneurone, molto simile alla Sla.
Nel corso di questi anni il decadimento fisico è stato inarrestabile, con l’ex ala della nazionale inglese che, attualmente, è costretto a vivere su una sedia a rotelle nella sua casa a Leeds. Per comunicare è costretto ad utilizzare un computer, ma nonostante questo continua a lottare per sopravvivere. Lo scorso fine settimana, più precisamente domenica 14 maggio, grazie all’amico Kevin Sinfield ha potuto completare la maratona che, dopo averlo spinto per tutti i 42 km e 195 metri, lo ha preso in braccio e trasportato oltre al traguardo. Un momento di grandissimo impatto emotivo, dal momento che la maratona era stata organizzata proprio in suo onore.
La maratona della città dello Yorkshire è diventata un evento benefico per la raccolta di soldi da devolvere nella ricerca contro le malattie motoneuronali. In questo Sinfield ha contribuito, riuscendo a raccogliere almeno 8 milioni di sterline dal giorno in cui è arrivata la diagnosi all’amico. La maratona di domenica, alla quale è stata affiancata anche la mezza maratona, ha permesso di raccogliere un altro milione di euro, con lo stesso Sinfield che ha dichiarato:
“Raccogliere fondi per la Mnd Association e per l’ospedale di Leeds è importante, ma questa è stata anche una festa dell’amicizia. È stato importante per la città e non solo”.
Burrow è stato colpito dalla malattia all’età di 37 anni, immediatamente dopo il ritiro dall’attività agonistica, aggiungendosi alla lunga lista dei tanti ex giocatori di rugby, ma anche di calcio, colpiti da SLA o malattie simile. Una situazione che ha portato il mondo rugby, ancora una volta a doversi interrogare sulla questione legata alla pericolosità dei colpi alla testa e per le loro conseguenze a lungo termine. In alcuni casi, come quello di Ryan Jones, ex capitano del Galles, è stata infatti accertata la correlazione tra i traumi ricevuti in carriera e la malattia.