Quale reddito si considera per gratuito patrocinio? Occorre il reddito ISEE per avere l’avvocato gratis? Sono moltissime le domande ricevute dai lettori che sollevano il dubbio sul limite di reddito necessario per ricevere l‘assistenza legale gratuita.
D’altra parte, parliamo di uno strumento legate che assicura il principio di parità di uguaglianza dinanzi alla legge permettendo a tutti i cittadini la possibilità di essere difesi da un avvocato.
Tuttavia, ottengono il diritto al gratuito patrocinio coloro che soddisfano sia il requisito reddituale che di merito. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche principali del gratuito patrocino 2023.
Gratuito patrocinio – reddito 2023
Per il 2023 sono state introdotte nuove soglie reddituali per ottenere l’avvocato gratis, quindi il diritto al gratuito patrocinio.
Nello stesso tempo, sono arrivati i primi adeguamenti riferiti a tali limiti reddituali introdotti all’inizio dell’anno corrente.
Nello specifico, sono stati aggiornati i nuovi limiti tenendo conto della variazione ISTAT riferita al biennio che va dal 1° luglio 2020 e non oltre il 30 giugno 2022, con una stima al 9,4 per cento.
Quale reddito si considera per gratuito patrocinio?
Non tutti sanno che il gratuito patrocinio è uno strumento indispensabile per garantire la tutela dei diritti e la difesa dei cittadini in difficoltà economica che rappresentano la parte fragile nella società.
Il legislatore assicura l’assistenza legale gratuita a tutte le persone in difficoltà economica e che, non dispongono delle risorse finanziarie adeguate per fronteggiare eventuali spese legali e processuali.
Per questo motivo, per legge viene garantito l’avvocato gratis, a coloro che non superano un determinato limite reddituale. Si tratta di una norma disposta con decreto del Ministero della Giustizia.
In sostanza, parliamo di un limite di reddito aggiornato annualmente. Infatti, nel 2021 ottenevano il gratuito patrocinio i cittadini con un reddito fino a 11.746,68 euro (Gazzetta Ufficiale 30/1/2021).
A cui è seguito l’aggiornamento alla soglia pari a 11.734,93 euro, pubblicato dal Ministero della Giustizia il 3 febbraio 2023. E, infine, fino a un nuova modifica resa nota a mezzo di un comunicato stampa del 14 maggio 2023, che apporta un’ulteriore variazione a 12.838,01 euro.
Così come previsto con il decreto interdirigenziale 10 maggio 2023 diffuso dal Capo Dipartimento degli Affari di Giustizia con il concerto del Ragioniere Generale dello Stato, ai sensi dell’art. 77 del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115. Il nuovo limite di reddito andrà in vigore con la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale.
Quanto deve essere ISEE per patrocinio gratuito?
Secondo quanto previsto nell’articolo 76 del DPR n. 115/2002, ottengono l’assistenza legale gratuita coloro che rientrano in un reddito imponibile ai fini dell’imposta personale sul reddito, prodotta dall’ultima dichiarazione uguale o inferiore a 12.838,01 euro.
Alla luce di queste indicazioni si evince che, non viene considerato il reddito ISEE per il diritto al gratuito patrocinio.
In presenza di convivenza, il limite reddituale viene potenziato di 1.032,91 per ognuno membro convivente, così come disposto dall’articolo 92 del Testo unico spese di giustizia.
Come e dove fare domanda per l’assistenza legale gratuita?
I cittadini che intendono avvalersi dell’assistenza legale gratuita devono presentare un’apposita domanda presso la Segreteria del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati in tema civile.
Diversamente, per le vertenze di natura penale, la richiesta dovrà essere presentata dinanzi all’ufficio del magistrato.
In conclusione, con il nuovo aggiornamento viene ridimensionato il limite di reddito che passa da 11.734,93 euro a 12.838,01 euro. Una variazione che tiene conto dell’adeguamento del costo della vita prodotto dall’indice ISTAT nel periodo di tempo che va dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, con un rilevazione che si attesta al 9,4 per cento.
Un adeguamento indispensabile che aiuta a garantire un’equa assistenza legale per tutti i cittadini, oltre a promuove il principio di uguaglianza dinanzi alla legge.