Emotional Eating cos’è. Addentriamoci alla scoperta di questo comportamento alimentare, in cui una persona non riesce a gestire nel modo giusto un determinato tipo di stress.

Emotional Eating: cos’è e come ce ne accorgiamo

Il termine Emotional Eating sta per Alimentazione Emotiva, Fame Emotiva o Fame Nervosa. Parliamo di un comportamento alimentare in cui un determinato individuo si relaziona ad una situazione con un forte carico emotivo, adottando un’alimentazione incontrollata e ipercalorica. Oltre a ciò, il dramma consiste anche nel fatto che tutto questo accade anche quando non si ha fame, riducendosi ad abbuffate senza un motivo cosiddetto canonico.

Ovviamente cadere in tentazione se si parla di cibo è molto facile, perché fondamentalmente parliamo di un bisogno primario, un po’ come l’istinto di riproduzione o la sete. Alimentarsi in assenza di fame, però, non rappresenta proprio la cosa migliore da fare. Talvolta il cibo può essere visto come unico motivo legittimo per concedersi una pausa dal lavoro o dallo studio, ma anche come modo per scaricare la propria frustrazione per un determinato motivo.

Alcuni studi hanno confermato che il comportamento alimentare può essere molto influenzato – attraverso alcuni meccanismi biologici – dai periodi di stress a cui un essere umano è sottoposto. Lo stress cronico, infatti provoca un cambiamento nella regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). 

Quando questo asse si attiva negli animali, tendenzialmente va a influenzare il comportamento alimentare – portando alla fame nervosa – rilasciando CRH. Cosa viene rilasciata è anche l’urocortina, che sopprime la secrezione di ghreline – che per intenderci rappresenta l’ormone della fame – e che agisce su alcuni recettori dell’ipotalamo che riducono il cibo che si va ad assumere.

Come riconoscerlo

Quando la fame nervosa – emotional eating – si palesa sull’individuo, ci sono una serie di campanelli d’allarme che bisogna tener sott’occhio. Per esempio bisogna stare attenti quando si mangia in modo troppo rapido, o se si manifestano fasi di completo disinteresse verso il cibo che si alternano a fasi di fame acuta.

Se dopo mangiato si avverte una sensazione di senso di colpa o disagio o se quando ci si alza da tavola non si è mai sazi, allora bisogna porsi delle domande. Quando il cibo rappresenta l’unica reale gratificazione della propria giornata allora bisogna fermarsi a ragionare. Anche la tendenza a mangiare solo junk food dev’essere tenuta sotto controllo.