Costruisce una casa sull’albero per i bambini ma secondo il Comune è un abuso e deve essere demolita. E’ successo a Lavagna, in provincia di Genova. Un uomo ha deciso di far contenti i figli ed ha costruito quello che per molti è stato un sogno da bambini ma che piace anche agli adulti: una casa sull’albero. Succede però che evidentemente la costruzione è talmente fatta bene che qualcuno la nota e segnala l’accaduto al Comune di Lavagna. Così arriva la segnalazione e la casa dovrà essere demolita.
La casetta è stata eretta ad oltre due metri d’altezza dal suolo, appoggiata ad una palma che si trova sullo spazio esterno del signore autore della costruzione. Evidentemente non è passata inosservata e così il Comune ha comunicato che andrebbe abbattuta. Il motivo? Assolutamente, nata come un giocattolo, naturalmente non è regolamentata dal previsto iter stabilito per la costruzione degli immobili. Così prima o poi dovrebbe sparire, andare distrutta. Anche se l’autore della costruzione già sta provando ad ottenere il permesso per tenerla. Infatti l’uomo, residente appunto a Lavagna, ha presentato subito ricorso contro la decisione del Comune della cittadina, con l’intento di far annullare la decisione del Tribunale amministrativo della Liguria in merito all’abbattimento.

Genova, la casa sull’albero ha un terrazzino e una stanza di 4 metri quadri quindi è abusiva e va demolita

La casetta si presenta costruita su due piani a ridosso di un palma che si trova all’interno del giardino dell’uomo che l’ha costruita. Naturalmente è stato sfruttato il diametro largo del tronco dell’albero che ha fatto da palo e sostegno per la costruzione. L’uomo ha dedicato i lavori per erigere la casetta, durante i fine settimana. E ora, una volta ‘consegnata’ ai bambini non ha nessuna intenzione di togliergliela, non fosse altro per la fatica e i materiali occorsi per completarla. La vicenda andrà avanti ancora per un po’. L’uomo ha assunto un avvocato per contrastare la decisione del Tar. E proprio l’avvocato del proprietario della contestata costruzione sull’albero, Giuliana Brambilla, ha fatto sapere che la casetta è stata costruita in maniera esclusiva e soltanto per far giocare i bambini e che assolutamente non rappresenta un’abitazione occupabile con tale scopo. Secondo quanto acquisito dal tribunale però, la costruzione è definita come: “casetta, realizzata in economia dal ricorrente e da esso qualificata come opera edilizia libera”. Ad aggravare la situazione c’è che la casa giocattolo, come la definisce il ‘costruttore’, si sviluppa addirittura su due livelli. Infatti il primo livello è costituito dal terrazzino che si trova ad un’altezza di 2 metri circa da suolo. Poi c’è anche il ‘piano superiore’ che è raggiungibile con una classica – per questo tipo di casi – scala a pioli. E proprio sul piano superiore, si trova una stanza vera e propria, chiusa tra quattro pareti e che presenta una superficie di circa 4 metri quadri. La stanza ha tre finestre, un tavolo alcune sedie e l’impianto elettrico. Secondo queste caratteristiche non rientrerebbe nelle “opere di edilizia libere”, che di solito occupano i giardini privati e sono rappresentate da arredi da giardino, compresi capanni per gli attrezzi, che non richiedono l’autorizzazione del Comune per occupare il suolo privato, il locale più grande è considerato “vano abitabile”. Come se non bastasse, è stata costruita in quella che viene considerata una zona rossa, cioè in un’area esondabile del comune e soggetta a particolari rischi. Il Tar ne chiede l’abbattimento, ma a quanto pare non sarebbe arrivata nessuna multa. C’è da capire come sia arrivata all’attenzione del comune, essendo stata costruita all’interno di un giardino privato. Per ora l’obiettivo del proprietario è quello di vincere la causa con il Tar, poi forse capirà chi si è lamentato per ‘i metri quadri in eccesso’.