I portieri della Juventus sono intervenuti al canale Twitch del club bianconero per parlare del loro rapporto e delle ambizioni stagionali. Inevitabile pensare alla gara di giovedì a Siviglia dopo l’1-1 della sfida di andata, in palio ci sarebbe la finale di Europa League che potrebbe riportare a Torino un trofeo continentale a distanza di quasi trentanni. Fra Szczesny, Perin e Pinsoglio un rapporto di stima reciproco con le gerarchi in campo ben chiare che però non lasciano spazio all’invidia. Anzi raccontano come tutti tifano il compagno in campo.

Portieri Juventus e l’obiettivo Europa League

In attesa di conoscere il futuro del campionato con la spada di Damocle dei vari casi giudiziari in cui è coinvolta la società bianconera che potrebbe portare ad una nuova penalizzazione, diventa un obiettivo di primaria importanza l’Europa League. Giovedì ci sarà la gara di ritorno della semifinale in Spagna che partirà dall’1-1 della partita di andata. Niente turn over per Massimiliano Allegri che confermerà Szczesny a difendere la porta bianconera: “Sensazioni sono positive, soprattutto per quel gol al 96′ per l’energia e entusiasmo che abbiamo per giovedì. È la partita più importante dell’anno e proveremo a qualificarci per la finale“.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mattia Perin che allarga l’analisi a tutta la stagione: “Si è creato qualcosa di magico. Abbiamo la possibilità di entrare nella storia della Juventus e sarebbe una cosa magnifica. Sappiamo che è una partita difficile, ma se mettiamo l’atteggiamento giusto possiamo toglierci delle soddisfazioni. Il Napoli ha meritato più di noi lo scudetto e dobbiamo fargli i complimenti. Ci siamo compattati in un momento dove tutti ci davano per finiti, ma se guardiamo dove siamo non ci hanno tagliato le gambe. Un’ulteriore penalizzazione ci taglierebbe le gambe per la classifica oggettiva, ma non certo per il morale“.

Le gerarchie bianconere

Un trio che lavora insieme da diversi anni con i ruoli ben definiti. Il polacco è il titolare indiscusso ma spesso è capitato di vedere in campo Perin, una decisione del tecnico sempre rispettata da Szczesny che è arrivato in bianconero nel 2017: “Avevo ancora un anno di contratto con l’Arsenal dopo il prestito alla Roma. Mi chiamò il mio procuratore e mi disse dell’offerta della Juventus, ho accettato immediatamente“.

Sulla scelta di Mattia Perin invece seguirono tante polemiche. Con la maglia del Genoa era diventato fra i migliori portieri italiani e sembrava destinato al grande salto ma in pochi compresero la decisione di fare la riserva ain bianconero: “Io l’ho detto tante volte. Può sembrare una scelta di comodo ma invece è stata una scelta ambiziosa. Indossare questa maglia ha un peso differente, la pressione che ti mette vale doppio. L’anno scorso per firmare il rinnovo ha pesato il fatto che difendere questi colori e indossare questa maglia asseconda il mio volere e soprattutto i miei stimoli. Ho preferito giocare 18 partite come quest’anno in una squadra come la Juve che punta sempre a vincere, anche per continuare a crescere e competere per vincere trofei. Poi ci sono anni in cui accade, altri in cui ci sono altri obiettivi. Indossare la maglia della squadra più gloriosa d’Italia ti fa capire il perchè, non servono altri motivi. La mia parata preferita è su Dzeko in un Genoa-Roma ma trenta secondi dopo mi sono rotto il crociato“.

Diverso il discorso per Carlo Pinsoglio che ha accettato il ruolo di uomo spogliatoio lasciando ai compagni di squadra la ribalta sul campo. “A me la Juventus ha chiamato da piccolino, avevo 9 anni. Giocavo qui al Moncalieri. Poi avevo fatto il pre-ritiro un anno poi ero andato in prestito al Latina. Poi l’anno dopo mi ha chiamato Filippi e ha detto tu rimani con noi, ero felicissimo. È stata veramente una bella chiamata. Tornare alla Juve è stato il sogno della mia vita. Per me è stato come tornare a casa visto che sono cresciuto qua. Tornare a casa dopo 7 anni da Serie B e Serie C è stato un sogno. Indossare la maglia della Juve è stata una gioia immensa, è casa mia. Il mio è un ruolo particolare ma lo so fare bene“.