Attività prestazione occasionale: durante gli ultimi anni, questa formula contrattuale si è particolarmente diffusa ed è stata applicata per lo svolgimento di molte attività. Si tratta di una particolare forma che riguarda, esclusivamente e perentoriamente, le attività di diversi ambiti e settori svolte in maniera saltuaria, non continuativa e senza nessun vincolo di subordinazione.

Se, un tempo, era particolarmente utilizzata dagli studenti oppure da chi, solo saltuariamente, poteva dedicarsi a svolgere attività lavorative, oggi sono davvero tanti i datori di lavoro che applicano questa particolare formula contrattuale.
Per quali lavori si possono utilizzare le prestazioni occasionali? Spieghiamo la normativa vigente, anche alla luce delle ultime riforme.

Prestazione occasionale, per quali attività si può utilizzare

Il nuovo anno ha portato una ventata di novità per un contratto particolare che, durante gli ultimi anni, si è capillarmente diffuso. Già dal precedente anno, la disciplina era stata ritoccata; infatti, si era resa obbligatoria la comunicazione della prestazione all’Ispettorato territoriale competente.

Abbiamo detto che si può utilizzare questa formula in diversi ambiti lavorativi. Quali sono le attività che vi rientrano? Innanzitutto, spieghiamo che qualsiasi datore di lavoro privato, non nell’esercizio di attività professionale o d’impresa, può avvalersi di questa forma contrattuale, utilizzato il Libretto famiglia. Cos’è? Si tratta di uno strumento nominativo e prefinanziato.

Il Libretto famiglia può essere usato dalle persone fisiche per pagare le prestazioni occasionali rese nei seguenti ambiti:

  • Lavori domestici, giardinaggio, pulizia e manutenzione;
  • Assistenza domiciliare a bambini e anziani;
  • Insegnamento privato o doposcuola;
  • Attività “steward” negli impianti sportivi.

Tutti i lavori di breve durata e svolti in maniera discontinua e non abituale possono essere regolati dalla stipula del contratto di prestazione occasionale, da parte di lavoratori autonomi e professionisti, associazioni e fondazioni, imprenditori e altri enti di natura privata, ma solo se occupano fino a 10 dipendenti a tempo indeterminato.

Le prestazioni occasionali possono essere utilizzate negli ambiti più disparati, stando ben attenti a non superare i limiti temporali né, tantomeno, quelli reddituali. La normativa, rispetto al passato, è diventata, senza ombra di dubbio, molto più stringente e vincolante. Ma nulla toglie a tutti i committenti che ne sentano il bisogno di utilizzare la suddetta formula, in ogni settore e per lo svolgimento di qualsiasi attività tranne che per l’esecuzione di appalti di opere, nelle imprese edilizie e nelle imprese che esercitano attività di lavorazione di materiale lapideo oppure del settore delle miniere, cave e torbiere.

Come funziona, durata e compensi


La prestazione di lavoro occasionale è stata introdotta con il Decreto-legge n. 50/2017 e successivamente modificata. Il Decreto Dignità, per esempio, ha rivisto l’ambito di applicazione della norma, modificando la disciplina di questa forma contrattuale nell’ambito delle attività agricole, degli enti locali e del turismo. Infine, la Legge di Bilancio del 2023 ha ritoccato nuovamente la normativa, estendendo la possibilità di accesso alle prestazioni e, nel contempo, ponendo lo stop di utilizzo nel settore agricolo. Recentemente, sono stati introdotti anche i Voucher per il lavoro occasionale.

I contratti di prestazione occasionale possono essere applicati da diversi committenti, previa la registrazione sulla piattaforma e la comunicazione di tutti i dati. Questi contratti devono seguire regole ben precise in merito alla durata dell’attività e al compenso. Le attività devono essere brevi, saltuarie, non continuative e senza vincoli di subordinazione. Si tratta di attività che si svolgono entro i limiti temporali da gennaio a dicembre dell’anno in cui si svolge la prestazione.

Il datore di lavoro, o meglio committente o utilizzatore, e il lavoratore occasionale devono anche rispettare alcune soglie. La Legge di Bilancio del 2023 ha modificato la disciplina dei compensi, innalzando il limite, per ciascun utilizzatore, in riferimento alla totalità dei prestatori, a compensi di importo massimo fino a 10.000 euro. Naturalmente, bisogna tenere ben presente che permane il limite di compenso pari a 5000 euro per ciascuna prestazione, così come rimane il medesimo limite, pari a 2500 euro di compenso, per le prestazioni totali rese da un lavoratore occasionale verso lo stesso committente.

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