Chi è Lara Comi, l’ex europarlamentare che è finita nell’occhio del ciclone dopo che la Procura di Milano ha chiesto una condanna di 5 anni e mezzo. L’accusa è quella di corruzione, fatture false e truffa al bilancio del Parlamento Europeo, tutto inserito nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei poveri”, riguardante il presunto giro di tangenti, appalti, nomine e finanziamenti illeciti tra le province di Milano, Varese e Novara con al centro Nino Caianiello, l’ex coordinatore provinciale a Varese di FI. Oltre a Lara Comi, sono indagati anche l’ex consigliere regionale della Lombardia e sindaco di Montorio al Vomano nel Teramano Fabio Altitonante, per il quale i pm hanno chiesto 3 anni e 3 mesi, l’ex assessore comunale Milano Pietro Tatarella, con la richiesta di 7 anni, e l’ex deputato Diego Sozzani, con una richiesta di 2 anni.
Chi è Lara Comi
Nata a Garbagnate Milanese il 18 febbraio 1983, Lara comi inizia la sua carriera politica già dalla giovane età. Nel 2004, all’età di 21 anni, diventa coordinatrice di Forza Italia Giovani in Lombardia e successivamente intraprende il ruolo di assistente di Mariastella Gelmini, conseguendo la Laurea in Economia alla Cattolica di Milano. Nel 2008 prova la candidatura alla Camera senza ottenere i risultati sperati, che arrivano l’anno successivo, quando riesce ad entrare nell’Europarlamento, venendo poi riconfermata nel 2014. Durante il suo secondo mandato diventa anche vice-capogruppo europeista del Partito Popolare Europea. Nel 2019, però, arriva prima tra i non eletti, rimanendo fuori dall’Europarlamento.
I casi giudiziari
La Comi torna sotto i riflettori dopo che il Tribunale di Milano aveva disposto un sequestro di oltre mezzo milione di euro a suo carico. L’accusa sarebbe stata quella di truffa aggravata a danni del Parlamento, avvenuta durante i suoi due mandati, dove si era appropriata di 525mila euro tramite erogazioni pubbliche. Secondo la Procura Lara Comi avrebbe mantenuto buona parte degli stipendi di due suoi collaboratori. L’inchiesta è proprio quella denominata “Mensa dei poveri”.
Le querele e le indagini precedenti
La Comi, però, non è nuova a problemi con la legge. Durante la sua carriera politica è stata oggetto, più volte, di indagini di diversa natura. Nel 2013 è stata querelata per diffamazione aggravata ai danni di Roberto Soffritti, candidato di Rivoluzione Civile, venendo condannata al risarcimento di 30mila euro. Durante il processo chiese di appellarsi all’immunità parlamentare, senza successo.
Successivamente venne indagata per un finanziamento illecito nella maxi inchiesta della Dda di Milano, commenterà con “avevo solo 26 anni, volevo la mamma” la propria scelta di assumere la madre come assistente parlamentare nel 2009, nonostante l’esplicito divieto dell’UE in merito all’assunzione di parenti. Altra condanna fu quella di risarcire 126mila euro all’Eurocamera perché coinvolta nello scandalo di rimborsi illeciti, cercando di giustificare il tutto come un errore del proprio commercialista.