Il gip di Milano, accogliendo la richiesta del pm Giovanni Polizzi, ha deciso che dovrà essere mandato a giudizio immediato – senza udienza preliminare – Benedetto Bifronte, l’aggressore di Giorgio Falcetto. L’uomo, in carcere dallo scorso dicembre, è accusato di omicidio volontario per aver colpito il medico con un’ascia davanti al Policlinico di San Donato Milanese, provocandone la morte. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, al momento dei fatti era da considerarsi capace di intendere e di volere. Secondo gli inquirenti non avrebbe premeditato il delitto.

Giorgio Falcetto, inviato a processo immediato l’aggressore

I fatti risalgono allo scorso 13 dicembre. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Bifronte avrebbe colpito Falcetto all’uscita dell’ospedale Policlinico di San Donato Milanese al culmine di una lite scoppiata tra i due per un tamponamento avvenuto negli spazi della struttura sanitaria. Il medico, in servizio come chirurgo presso l’ospedale, sarebbe uscito per spostare la sua auto, parcheggiata momentaneamente nell’area riservata alle ambulanze. In quel frangente sarebbe stato tamponato dall’auto del suo aggressore. Ne sarebbe nato un diverbio che, in poco tempo, avrebbe portato all’estremo gesto. Bifronte avrebbe afferrato un’ascia che teneva nel bagagliaio, colpendolo ripetutamente, fino a provocargli i traumi che ne avrebbero richiesto il ricovero.

Nonostante il tentativo dei medici di salvarlo, Falcetto era morto pochi giorni dopo, mentre Bifronte era stato tratto in arresto. Da allora si trova in carcere. Una volta fermato aveva sostenuto di aver aggredito il medico per “vendicarsi” dei danni subìti alla salute proprio a causa delle cure del professionista, che lo aveva avuto in terapia qualche anno prima. “Mi ha rovinato la vita”, aveva detto il 62enne ai carabinieri, cercando di giustificare le sue azioni. In un primo momento sembrava che non fosse stato in grado di controllare i propri impulsi di aggressività. Per questo nei suoi confronti era stata disposta una perizia psichiatrica.

Gli esperti incaricati hanno dimostrato invece che, al momento dei fatti, l’imputato era totalmente capace di intendere e di volere. Il gip di Milano, accogliendo la richiesta del pm Giovanni Polizzi, ne ha quindi chiesto l’invio immediato a processo con l’accusa di omicidio volontario senza aggravanti. La difesa potrà ora valutare se avanzare la richiesta di procedere con rito abbreviato, facendo in modo che la sua pena venga ridotta di un terzo: una mossa possibile dal momento che il reato contestatogli non prevede la pena dell’ergastolo. La prima udienza del processo è in programma per il prossimo 11 luglio presso la Corte d’Assise di Milano.

Verso la perizia psichiatrica per il killer della psichiatra Barbara Capovani

Il caso di Giorgio Falcetto rinvia alla mente quello della psichiatra uccisa a Pisa lo scorso aprile. Il killer di Barbara Capovani, Gianluca Paul Seung, si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Il pm che si occupa dell’omicidio della professionista, Giovanni Porpora, ha però chiesto che vengano analizzate le sue condizioni psichiche. L’obiettivo è capire se fosse capace di intendere e di volere al momento del delitto. Finito più volte nei guai con la giustizia, Seung sarebbe infatti affetto da un disturbo narcisistico, antisociale e paranoico della personalità.

A diagnosticarglielo era stata proprio Capovani. Ora a chiarire la sua posizione sarà la perizia psichiatrica effettuata con la formula dell’incidente probatorio il prossimo 23 maggio. Per l’occasione la difesa ha incaricato come consulente di parte il noto volto televisivo Alessandro Meluzzi. Si tratta di un passo fondamentale per le indagini. Se venisse appurato che il giovane ha agito senza capacità, potrebbe essere scarcerato, finendo al massimo in una struttura assistenziale, come già gli era successo in precedenza, dopo aver aggredito una guardia giurata a Lucca.