L’Istat ha reso noti i risultati di un’indagine in tema di discriminazione sul lavoro riguardante la comunità Lgbt+, che fanno emergere numeri molto preoccupanti sulle difficoltà affrontate quotidianamente dalle persone omosessuali.

Persone Lgbt+ e discriminazione sul lavoro, i dati Istat rivelano che 8 omosessuali su 10 hanno subito micro-aggressioni

La discriminazione sul posto di lavoro continua a essere un problema preoccupante in Italia. L’ulteriore conferma arriva da una recente indagine realizzata dall’Istat, in collaborazione con UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) riguardante le discriminazioni lavorative nei confronti delle persone LGBT+ e relativa all’anno 2022.

I numeri emersi dall’indagine sono allarmanti.
A fronte di dati positivi relativi alla libertà di fare ‘coming out’ sul luogo di lavoro (atto compiuto nel 78,3% dei casi, con riferimento ai colleghi di pari grado, e nel 64,8% per quanto riguarda i propri superiori o datori di lavoro), si registra un clima di allarme e timore diffuso nella propria esperienza lavorativa tra i membri della comunità LGBT+. Circa 8 omosessuali su 10 rivelano, infatti, di aver avuto esperienza di ‘micro-aggressioni’ – scambi con messaggi denigratori o insulti verbali o non verbali – sul lavoro dovute al proprio orientamento sessuale.

Discriminazione di genere sul posto di lavoro, per il 41,4% essere omosessuale è stato uno svantaggio

Secondo l’indagine, dati di questo tipo possono incidere sulle condizioni di salute e psicologiche di una persona. Un allarme confermato dal fatto che una larga maggioranza degli intervistati (74,5%) ha dichiarato di aver evitato di tenersi per mano in pubblico con il partner per paura di ritorsioni di vario genere, dalle minacce agli insulti fino alla violenza vera e propria.

Altri dati avvalorano l’idea di un clima intimidatorio e discriminatorio nei confronti delle persone omosessuali.
La maggioranza degli intervistati (61,2%) afferma, ad esempio, di aver preferito non parlare della vita privata sul lavoro, in modo da non rendere pubblico il proprio orientamento sessuale. Per lo stesso motivo, un intervistato su 3 ha evitato di incontrare colleghi al di fuori del luogo di lavoro.
In generale, il 41,4% dei soggetti hanno dichiarato che, in base alla loro esperienza, la propria omosessualità è stata uno svantaggio nell’ambito della propria vita lavorativa.

Nonostante segnali incoraggianti – come le recenti nozze di un carabiniere in alta uniforme con il proprio compagno a Brindisi, con tanto di ‘picchetto d’onore’ – l’Italia continua a essere un paese attraversato da una strisciante e diffusa discriminazione nei confronti della comunità LGBT+. Non aiutano, in questo senso, decisioni come quella della Regione Lombardia, che da anni nega il patrocinio a una manifestazione come il Gay Pride di Milano.
Uno stato delle cose, ora certificato dall’Istat, che sembra, purtroppo, confermare le preoccupazioni espresse dal Parlamento Europeo.