Milan-ultrà cosa si sono detti – Al termine della partita valevole per la 35^ giornata di serie A, il Milan campione d’Italia in carica si ritrova a dover fare i conti per capire se l’anno prossimo potrà giocare in Champions o no. Sul campo attualmente sono 61 i punti che lo tengono ancorato al 5 posto (vorrebbe dire accesso diretto ai gironi di Europa League) e in attesa della nuova penalizzazione che verrà inflitta alla Juventus, non dorme sonni tranquilli.

I risultati negativi in campionato, ovvero 5 punti conquistati in 4 partite con in mezzo la sconfitta subita nell’euroderby valevole per la semifinale di andata di Champions, hanno un pochettino offuscato la vista a molti i tifosi che riponevano pienamante fiducia su una squadra che secondo loro oggi avrebbe adovuto avere molti più punti e molto probabilmente avrebbe dovuto vincere contro l’Inter.

E così accade che nell’anticipo di sabato 12 maggio in quel di La Spezia, la partita conclusasi con il risultato di 2-0 per i padroni di casa (in piena lotta per non retrocedere) fa perdere la pazienza alla tifoseria più calda rossonera.

Mentre da una parte tutta Italia (se non tutto il Mondo) si gode lo spettacolo dei tifosi spezini che esultano con i loro beniamini per la vittoria conquistata, nel contempo ad un recizione di distanza, la stessa Italia rimane sorpresa di fronte alla scena che mostra giocatori e allenatore del Milan sconfortati, richiamati dai propri ultrà per un confronto. Ma cosa si sono detti?

Milan-ultrà, cosa si sono detti?

Per capire cosa si sono detti squadra e tifosi, dobbiamo rifarci alle dichiarazioni post gara di Spezia-Milan, quando a rilasciare le intervise sono stati il tecnico Stefano Pioli ed il difensore danese Kjaer.

Se il primo ha sottolinaeato che durante il colloquio delle parti, i tifosi li hanno stimolati e spronati soprattutto in vista dell’impegno prossimo della semifinale di ritorno della Champions League contro l’Inter, il secondo ha ribadito come l’impegno profuso nella partita contro lo Spezia non è sufficiente per poter a casa il risultato nè lo sarebbe per affrontare nel migliore dei modi la partita contro l’Inter di Simone Inzaghi.

Dunque la parola chiave dei tifosi rossoneri è: impegno! Puo darsi che il risultato alla fine lasci anche a desiderare, ma quello che chiedono ai giocatori è che l’impegno da parte dei protagonisti sul campo deve essere massimale. Tutto questo hanno chiesto, senza volgarità e minacce come avrebbero fatto intendere tutte le parti, ed è questo che chiederanno sempre. Del resto non è una novità che gli ultrà del Milan si rendano partecipi di certe manifestazioni.

Milan-ultrà, il video

Da come si evince dal video, dopo il colloquio molto pacato, i tifosi hanno fatto sentire calorosamente la vicinanza alla squadra, incitandola e salutandola mentre si recava verso il tunnel degli spogliatoi con il coro che li contraddistingue da sempre: Alè milan alè, forza lotta vincerai non ti lasceremo mai!

Milan-ultrà, il confronto è giusto?

Da anni le cronache riportano episodi riconducibili a confronti tra ultras e squadra. In verità diverse volte si è assistiti a giocatori ed allenatori che si sono trascinati a peso morto contro il loro stesso volere sotto la curva per subire dei richiami da parte di pseudotifosi che credono sia necessario richiamare la squadra all’attenzione e che dopo il loro sommo intervento qualcosa in termini di risultati sportivi debba cambiare per forza.

Addirittura nel passato, come ci racconta il calcio nostrano, in seguito a mancati traguardi, o a retrocessioni acquisite, dopo i 90 minuti, alcuni giocatori sono stati costretti a cacciare la maglietta perché non ritenuti degni di indossarla da chi poi sugli spalti e fuori dagli stadi organizzano guerriglie umane per rivendicare il ruolo di ultrà.

Da qualche anno a questa parte, la Procura federale apre indagini, indaga su fatti di questo genere, ma fino a quando le chiamate sotto la curva sono prive di minacce e di violenza e si riducono alla classica romanzina, nessuno può intervenire nè tanto meno infliggere pene di nessun genere. Quello che però fa male, è assistere a volte a giocatori e ad allenatori che annuiscono ed in silenzio vestendo i panni dei sottomessi. Fatte le dovute considerazioni e alla luce di quello che accaduto al Picco di La Spezia, il confronto tra squadra e ultrà è giusto?