In Europa è tempo di previsioni economiche primaverili: in questa generale osservazione dell’andamento dei vari Paesi membri è inserito anche il Pil dell’Italia, protagonista di una revisione al rialzo che fa tirare a tutti un sospiro di sollievo. La Commissione europea ha infatti rivisitato le precedenti stime invernali, che attestavano il Pil italiano a una crescita dello 0,8%, sostituendole con un più rassicurante +1,2% rispetto al 2022. La crescita degli altri Paesi dell’Eurozona si attesterà nel 2023 al +1,1%.
La commissione avvisa anche che non si potrà però cullarsi troppo sugli allori: già nel 2024 il Prodotto Interno Lordo del nostro Paese potrebbe infatti tornare a calare, con una flessione che lo attesterà all’1,1%. Si tratterebbe, in questo caso, della stima più bassa dell’Eurozona, che invece registrerà una crescita del 1,6% nel 2024.
Le buone notizie dall’Europa, per quanto timide, non si fermano qui. Grazie al calo dei prezzi dell’energia, il tasso dell’inflazione dovrebbe attestarsi quest’anno intorno al 6,1% per poi scendere ancora al 2,9% nel 2024. In calo anche il rapporto debito/Pil in Italia, che scenderà dal 144,4% dell’anno scorso al 140,3% entro l’anno prossimo.
Pil dell’Italia al rialzo, l’Europa: “Le famiglie hanno risparmiato meno e investito di più”
Come si giustifica questa revisione al rialzo delle stime europee sul Pil dell’Italia? La Commissione ha osservato le abitudini economiche delle famiglie italiane e ha concluso che
Negli ultimi due anni le famiglie hanno risparmiato di meno, ma hanno continuato a consumare e investire a un ritmo sostenuto grazie ai risparmi accumulati negli anni precedenti, ai crediti d’imposta per l’efficienza energetica delle abitazioni e ad altre misure di sostegno del governo introdotte per mitigare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia
Questo ha reso possibile una rincorsa dell’economia, che ora può tentare una sua risalita sulle difficili pendici della crisi. Secondo la Commissione, a pesare positivamente su questo rilancio dell’Italia sono state iniziative come il Superbonus che, nonostante sarà eliminato da quest’anno, continuerà a sostenere gli investimenti sulla nuove costruzioni. Bene anche i progetti finanziati dal Recovery, un vero tocca sana per gli investimenti soprattuto in beni immateriali e nella transizione digitale.
Europa: in Italia aumenta anche il tasso di occupazione
La carrellata di buone novelle dall’Europa continua con alcune notizie rassicuranti sul mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è infatti in calo nel 2023, che ne registra una flessione dall’8,1% al 7,8%. Inoltre, la Commissione fa sapere che
La crescita dei salari aumenterà leggermente dopo i rinnovi contrattuali del 2022 poiché la contrattazione pluriennale incorpora gradualmente l’inflazione precedente
La forte crescita del Pil nominale, unito all’impatto dei passati accantonamenti per la riscossione hanno compensato a meraviglia la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, tanto che la spesa primaria totale nel nostro Paese è diminuita dell’1,4% del Pil, nonostante il rinnovo dei contratti pubblici.
Gentiloni: “l’Italia ha la crescita maggiore dell’Eurozona nell’anno in corso”
Nella conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche di primavera, Paolo Gentiloni, Commissario europeo all’Economia, ha rivolto parole entusiaste all’andamento dell’economia Italiana:
Credo che per l’Italia sia interessante che nell’anno in corso noi proiettiamo la crescita più alta tra le tre maggiori economie europee. Credo questo non avvenga da molto tempo. L’Italia ha avuto una crescita negli ultimi tre anni del 12%, molto significativa. Certamente è successiva alla crisi del -9% durante la pandemia ma la crescita è stata molto significativa
Gentiloni ha poi spiegato le possibili differenze che sussistono tra le previsioni del governo e quelle della Commissione:
Il rallentamento che noi prevediamo è diverso dalla proiezione del Governo, è una diversità dettata dal fatto che alcuni aspetti di politica espansiva che il Governo considera non sono definiti nei contorni e non possiamo tenerne conto e noi prevediamo un livello di investimenti meno favorevole rispetto a quello italiano. Ma non vedo una connotazione negativa per queste previsioni che sono incoraggianti per l’Italia.