Nell’anticipazione della sua autobiografia “Oro”, Federica Pellegrini ha rivelato di aver sofferto di bulimia. La campionessa di nuoto si è raccontata a cuore aperto confessando di aver lottato a lungo contro il proprio corpo. Ecco tutti i dettagli.

Federica Pellegrini, la disperazione per l’argento ai Mondiali

Nell’autobiografia “Oro”, in uscita il 16 maggio 2023, Federica Pellegrini racconta un lato inedito di sé. La campionessa, uno dei volti più amati dello sport, mette in mostra la sua parte più fragile e insicura.

Nonostante i grandi successi raggiunti nel nuoto, Federica Pellegrini mette in luce tutte le sue debolezze nella sua autobiografia, parlando anche di periodi molto complicati. Tra tutti, a renderla più vulnerabile furono i Mondiali a Montréal, come lei stessa ha raccontato nell’anticipazione di “Oro”.

In proposito, la campionessa ha raccontato la sua insoddisfazione per il traguardo raggiunto. Nonostante il buon risultato ottenuto, Federica Pellegrini reagì molto male. Ecco le sue parole:

Ai Mondiali di Montréal del luglio 2005 mi ero presentata con il miglior tempo stagionale. Ad aprile avevo fatto 1’57″92 nei 200, dunque ero la favorita. Il fenomeno era però Michael Phelps: cinque ori, tra cui i 200 stile libero e i 200 misti, e l’argento nei 100 farfalla. Avevo investito tutto su quei Mondiali, dopo un anno schifoso. Volevo l’oro. Solo l’oro mi avrebbe ripagato della fatica, del dolore, dell’angoscia e della solitudine. Sarebbe stato il mio risarcimento. Purtroppo, però ho un ritardo nelle mestruazioni pur prendendo la pillola, ero un casino in quel periodo, e il mio corpo non risponde, è fiacco, non esplode. Faccio 1’58″73: argento. Vince la francese Solenne Figuès con 1’58″60”.

Poi, la Pellegrini ha continuato, ricordando quei momenti:

Placcata per un’intervista in televisione scoppio in un pianto a dirotto. Tanto ero stata felice per l’argento olimpico di Atene, quanto questo argento mondiale mi brucia. Al giornalista dico: ‘Questa medaglia è da buttare. Non ho ancora capito perché la finale mi sia venuta così male. Non trovo risposte a un crono così deludente’. Mia mamma, che mi guarda alla televisione, si spaventa. Mi conosce, indovina come sto dal modo in cui le rispondo al telefono. Mi ha detto che ero irriconoscibile, gonfia come non mi aveva mai vista”.

Federica Pellegrini racconta il periodo della bulimia: “Mi vedevo un mostro”

Nel suo libro, la campionessa parla della sua carriera agonistica, di sconfitte e vittorie, ma anche di alcuni momenti molto personali. In particolare, Federica Pellegrini ha rivelato di aver sofferto di bulimia e di aver lottato contro il proprio corpo. Ecco cosa ha dichiarato nell’autobiografia:

Da qualche mese, poco dopo essermi trasferita a Milano avevo cominciato a ingozzarmi di cibo. Ero capace di far fuori chili di gelato seguiti da svariate tazze di cereali una dietro l’altra. Una volta mia mamma era venuta a trovarmi e se n’era accorta. Le avevo detto ho fame, facciamo merenda? E avevo divorato due buste di prosciutto crudo e tre pacchetti di cracker. Lei mi aveva guardato perplessa”.

Poi, la Pellegrini ha continuato, confessando:

La sera, dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo, lo facevo sistematicamente, ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa. Vomitare era un po’ come ripulirsi la coscienza e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore. Si chiama bulimia ma io non lo sapevo. La bulimia per me non era il problema, era la soluzione. Il mio modo di dimagrire senza sacrifici mangiando tutto quello che volevo”.

La campionessa di nuoto ha ammesso di non aver accettato il proprio corpo per diverso tempo, un problema che è riuscita a gestire solo con il passare degli anni. In proposito ha rivelato:

Nel nuoto vengono fuori soprattutto le spalle. E io fin da piccola avevo queste spalle larghe, robuste, che mi imbarazzavano se esposte in abiti eleganti. Cercavo di evitare canottiere, top e qualsiasi cosa le mettesse in evidenza. Crescendo ci ho fatto pace. Ho imparato a vestirmi in maniera da far diventare le mie spalle un pregio e non un difetto. Ma non erano le spalle: in quegli anni io mi vedevo un mostro”.