Espanyol-Barcellona invasione. Accade in uno stadio non particolarmente sconosciuto che al triplice fischio finale di un derby, tra i piu accesi del continente europeo, i calciatori unitamente a tutto il loro staff, iniziano dei festeggiamenti, senza mai esssere provocatori in mezzo al campo per aver appena conquistato il titolo nazionale.
La notizia fin qui, non ha nulla di ecclatante da registrare. Le cronache sportive, sono piene di questi racconti, e non farebbero il giro del mondo se non si trattasse del Barcellona, che dopo ben 4 anni di astinenza in campo nazionale è tornato a vincere il campionato, il suo 27esimo campionato. La squadra allenata dal suo ex centrocampista Xavi (ritornato per risollevare le sorti della squadra che nel frattempo ha perso fior fiori di giocatori rappresentativi, tra i quali Messi, Suarez, Rakitc etc..etc..) ha vinto sul campo dell’Espanyol (altra squadra della città di Barcellona) per 2-4 e ha matematicamente chiuso i giochi della Liga lasciando a 4 giornate dall concusione solo briciole agli avversari di sempre (Real madrid e Atletico Madrid).
Ma la notizia è rimbalzata alle cronache non soltanto per il risultato sportivo conseguito da una squadra blasonata qual’è il Barcellona, quanto per un fatto increscioso che ha colpito in negativo i tifosi dello sport e ha dato una mazzata orrenda a quella che noi comunemente chiamiamo “cultura sportiva”.
Espanyol-Barcellona, invasione
Lewandoski e compagni, presi dall’euforia come è normale che sia, dopo la fine della partita si sono accerchiati a centrocampo e hanno iniziato a cantare e saltellare, ma non hanno potuto festeggiare a dovere, non hanno potuto terminare di esultare coi propri tifosi, che dall’altra parte della maetà campo, in un battibaleno, come saette hanno invaso il campo i tifosi dell’Espanyol, (come accaduto in Italia alla Dacia Arena, in occasione di Udinese-Napoli che ha regalato lo scudetto alla squadra partenopea) che spinti molto probabilmente dal senso di frustrazione hanno iniziato a rincorrere i giocatori blaugrana. Per via dell’intervento repentino della polizia, sono stati protetti e indotti a prendere la via degli spogliatoi per mettersi a riparo da ogni ed eventuale minaccia fisica.
Espanyol-Barcellona, i video
I video che impazzano sui social sono tantissimi, le inquadrature da dove sono state effettuate diverse, tifosi di ogni settore hanno ripreso di propria iniziativa e poi fatto girare i video che vi riportiamo in questo paragrafo.
Nel twitte di seguito, si fa riferimento ai comportamenti della frangia estremista di destra degli ultrà dell’Espanyol. Questi avrebbero cantato l’inno del partito falangista spagnolo, poi appeso uno striscione offensivo con particolare riferimento al calciatore del Barça Pique, “Shakira appartiene a tutti” e cantato “Piquè tuo figlio appartiene a Wakaso. Avrebbero inoltre insultato utilizzando toni a sfondo razzista Inaki Williams.
Il messaggio subliminare dell’influencer che se ne estrapolerebbe farebbe più o meno cosi: Perché meravigliarsi se questi pseudotifosi si comportano così quando vediamo le cose orrende che scrivono e intonano i loro pensieri razziali?
Espanyol-Barcellona, “la missione della caccia all’uomo” per scatenare la guerriglia
Il derby, si sa in qualunque paese si giochi è sempre molto sentito. Anche nelle città più tranquille, il periodo di preparazione della stracittadina e quello immediatamente dopo la partita rappresentano un momento molto delicato, una fase nella gestione organizzativa che deve essere curata tenendo conto di ogni minimo dettaglio, soprattutto se attraverso il derby l’una o l’altra squadra si sta giocando qualcosa di importante.
Nel caso di Espanyol-Barcellona, (da sempre partita infuocata) si sapeva che la partita potesse avere un “epilogo particolare” (i padroni di casa sono coinvolti nella lotta retrocessione, gli ospiti hanno vinto poi come ci si immaginava il 27esimo titolo della storia) ma non che poi i festeggiamenti (preventivabili da parte di tutti, tifosi avversari compresi) venissero interrotti in maniera tale da innescare un avera e propria caccia all’uomo.
Tutto questo, si evince da tutte le inquadrature dei video che ormai girano sul web da subito dopo l’accaduto: tifodi pazzi scatenati a puntare uno a uno un giocatore o un dirigente avversario da poter colpire. Secne di ordinaria follia non propriamente gestita bene dagli addetti ai lavori della sicurezza. Il piano preventivo di sicurezza, dov’era?