È un racconto choc, quello che la fidanzata di Vito Barnaba, il 25enne brindisino accoltellato a Stoccarda, in Germania, ha reso noto nelle scorse ore. Stando alla testimonianza della ragazza, che si trovava con lui al momento dei fatti, il ragazzo sarebbe morto per aver provato a difenderla dall’uomo che qualche attimo prima l’aveva stuprata.

Vito Barnaba, parla la fidanzata: “Morto per difendermi”

Originario di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, Vito si trovava da anni in Germania per motivi lavorativi. Da poco – dopo aver svolto lavori saltuari – aveva ottenuto un buon posto alla Grüner. A Stoccarda sognava di costruirsi un futuro con la fidanzata, Alessia. Nello stesso luogo, alla fine, è stato strappato alla vita. I nuovi dettagli sul caso sono emersi, nelle scorse ore, da un racconto fatto proprio dalla ragazza, presente al momento dell’omicidio. Stando alla sua testimonianza, il 25enne sarebbe morto per aver provato a difenderla dall’uomo che poco prima l’aveva stuprata, il 51enne di origini siriane già tratto in arresto dalla polizia locale.

Nel lungo post pubblicato sui social, la ragazza spiega che lei e Vito erano costretti, da qualche tempo, a vivere separati: una situazione temporanea, motivata dal fatto che entrambi avevano da poco cambiato lavoro. Lui aveva trovato una stanza nei pressi di Hedelfingen, a poca distanza dalla sede della ditta da cui era stato assunto; a lei la casa era stata fornita dal nuovo datore di lavoro.

C’erano ancora dentro gli effetti personali del precedente inquilino – spiega -. Quest’uomo non era un nostro conoscente, bensì un amico del nostro precedente padrone di casa, che si era messo a disposizione per darci una mano con il trasloco. Ed anche un garage di suo possesso nel quale poter lasciare le nostre cose fino al primo momento in cui avremmo poi trovato una casa, di nuovo una sistemazione stabile, insieme.

“Il bordello”, come lo ha definito la ragazza, sarebbe iniziato quando, lo scorso 7 maggio, l’uomo l’avrebbe avvisata di aver trovato una sua borsa “nel garage o nel furgone”, invitandola da lui per ridargliela. Una volta arrivata, dopo averla privata del suo cellulare, l’avrebbe chiusa in casa e violentata. Lei, spaventata, avrebbe deciso allora di avvertire Vito. Più avanti, dice, avrebbe denunciato quanto accaduto anche alle autorità. Quello che voleva in quel momento era solo “terminare la faccenda” e ricevere un po’ di supporto dal fidanzato.

La ricostruzione dell’omicidio

Lei e Vito avrebbero messaggiato nel corso di tutto il tragitto del 25enne, dice. Arrivato nell’appartamento dell’uomo, il ragazzo si sarebbe scagliato contro di lui, arrivando alle mani. Fino a quando il 51enne non avrebbe tirato fuori un coltello e, approfittando di un attimo di distrazione di entrambi, avrebbe aggredito il giovane.

Se avessi saputo il destino di Vito, mi sarei fatta ammazzare. Invece ho impugnato il suo coltello, per cacciarlo dall’appartamento e potermi occupare del mio amore in calma, chiamando così le forze dell’ordine. Vito era ancora vivo nelle mie braccia. Ebbene sì, non é morto sul colpo. Mi diceva ‘ti amo’ e lo pregavo di guardarmi negli occhi e rimanere sveglio. Così gli ultimi baci,

racconta ora per cercare di fare chiarezza sull’accaduto. Dopo una decina di minuti, quindici al massimo, sarebbero arrivati i soccorsi. Nonostante i tentativi dei medici di salvarlo, com’è noto per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. Dopo la dolorosa perdita che ha subìto, la sua speranza è almeno che l’uomo fermato paghi per quanto ha commesso.

Mi ha strappato tutto in un giorno – conclude -. La mia dignità di donna, il mio pudore, quella poca sicurezza che mi stavo costruendo […] e l’uomo della mia vita.