C’è un imputato per la morte di Stefania Rota, la 62enne trovata senza vita nella sua abitazione di Mapello, in provincia di Bergamo, lo scorso 21 aprile. I carabinieri avrebbero infatti tratto in arresto, nelle scorse ore, il cugino di secondo grado, nonché vicino di casa della vittima, Ivan Perico. Ad incastrarlo sarebbero stati i comportamenti tenuti in seguito alla scomparsa della donna, che vedeva quotidianamente ma di cui non avrebbe denunciato la sparizione.
Omicidio di Stefania Rota, arrestato il cugino Ivan Perico
Si chiama Ivano Perico, ma tutti lo chiamano “Ivan”, il cugino di secondo grado di Stefania finito in manette per aver ucciso la 62enne. La donna era stata trovata morta in circostanze misteriose lo scorso 21 aprile all’interno della sua abitazione di Mapello (Bergamo) ma, stando agli accertamenti medico-legali effettuati sulla salma, sarebbe deceduta almeno due mesi prima. Il corpo, in evidente stato di decomposizione, presentava il cranio fratturato e un grande ematoma al volto. Dettagli che in un primo momento avevano portato gli inquirenti ad ipotizzare che potesse essere morta in seguito a una caduta.
Ipotesi poi smentita nel corso delle indagini. Gli agenti si erano infatti resi conto di alcuni elementi contraddittori: innanzitutto la scomparsa, dalla scena del crimine – la villetta di due piani ereditata da Rota dai genitori -, di alcuni oggetti personali appertenenti alla vittima, tra cui le chiavi di casa, il telefono cellulare – spento – e una borsetta. Poi la questione della sua auto, inizialmente data per scomparsa e poi rinvenuta in un parcheggio pubblico a poche centinaia di metri di distanza dall’abitazione, come se fosse stata presa e spostata da qualcuno. Infine, la testimonianza dei residenti, che avevano riferito di un uomo ignoto con cui la vittima era stata vista in diverse circostanze.
Forse proprio Ivan, il 61enne che abita nella casa accanto. A concentrare i sospetti degli inquirenti su di lui sarebbero stati i comportamenti tenuti in seguito alla sparizione della donna, qualche mese prima del ritrovamento del suo corpo. Stando a quanto emerso finora, infatti, l’uomo non sarebbe mai apparso allarmato. Non solo: a differenza di quanto fatto da alcune amiche della vittima, non avrebbe neanche denunciato la scomparsa della donna alle forze dell’ordine. Stando alla versione che aveva rilasciato agli agenti, era convinto che si trovasse in Liguria per assistere un anziano. Ma allora perché non l’avrebbe mai chiamata? Non è chiaro neanche se fossero sue le tracce rinvenute sull’auto della vittima qualche giorno fa, nel corso di un test del luminol effettuato all’interno dell’abitacolo del mezzo. Ma i dati del gps satellitare dell’auto combacerebbero con gli spostamenti dell’uomo, registrati dalle celle telefoniche del suo cellulare.
Le paure della vittima in un’agenda
Figlia unica e orfana di entrambi i genitori, Stefania Rota conduceva una vita abbastanza tranquilla. Al mondo non le erano rimasti che gli zii e alcuni cugini, tra cui proprio Ivan Perico. La vittima lo sentiva e vedeva quotidianamente e, insieme, coltivavano la passione per la montagna. Non si sa cosa possa aver spinto l’uomo a farle del male, ma contro di lui gli inquirenti avrebbero raccolto gravi indizi di colpevolezza. Fondamentali, in questo senso, sarebbero state alcune frasi scritte dalla vittima in un’agenda rinvenuta nella sua abitazione. Al suo interno la 62enne era solita appuntarsi tutto. All’11 febbraio, giorno del presunto omicidio, avrebbe scritto di essersi svegliata alle 8.40, di aver fatto colazione e poi la spesa al supermercato, dopo aver messo benzina.
Qualche pagina prima avrebbe scritto: “Attenta, Ste, a Ivano… ma questo lo sai già”. Il segno, forse, di qualche comportamento anomalo del cugino. Nei suoi confronti la pm Letizia Ruggeri ha già disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Se sarà accettata, come si pensa, l’uomo sarà trasferito in una struttura di detenzione e, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dovrà spiegare, assistito dal suo difensore, come e perché ha agito. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe già ammesso le sue responsabilità.