Il prete della comunità di Abbasanta, Ghilarza e Norbello, in provincia di Oristano, ha confessato di essere stato abusato mentre era in seminario, quando era ancora minorenne, nella chat che tiene con i fedeli della sua parrocchia. La sua storia, riportata nelle scorse ore dai quotidiani locali l’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, ha lasciato tutti senza parole, riaprendo il dibattito su un tema, quello della pedofilia nella Chiesa, da sempre molto discusso.

Prete abusato ad Oristano: la confessione choc nella chat con i fedeli

Voglio confessarvi una dolorisissima verità. Normalmente sono io che ascolto le vostre confessioni, ma ho deciso di mettermi io a cuore aperto davanti a tutti voi. Voglio confessarvi la verità, la dolorosissima verità che ha turbato il mio cuore in questi due anni. A metà dicembre del 2021, accidentalmente, sono venuto in possesso delle prove certe di un crimine che ho subìto negli anni del mio seminario e senza alcuna titubanza ho immediatamente denunciato il pedofilo al mio vescovo.

Inizia così la confessione choc che un parroco attivo in Sardegna, don Paolo Contini, ha deciso di rivelare ai suoi fedeli in una chat che condivide con loro. Nel lungo messaggio inviato ai concittadini, il prete racconta di aver subìto degli abusi mentre frequentava il seminario ed era ancora minorenne.

Avevo 14 anni – prosegue – quando l’incubo ebbe inizio e per anni ho dovuto subire inaudite violenze. In seguito alla mia prima denuncia, il pedofilo è stato ‘condannato’ a due o tre mesi da trascorrere in Terra Santa. Al suo ritorno la sua diocesi lo ha promosso parroco di una parrocchia balneare, dove ogni anno transitano migliaia di bambini.

Una notizia che l’avrebbe lasciato esterrefatto, tanto da spingerlo, anche dopo tanti anni, a dire la verità. E a prendere parte al processo penale che si aprirà a breve contro il responsabile degli abusi, che potrebbe finalmente essere punito per i suoi gesti. Gesti terribili, con i quali è stato costretto a fare i conti e che, pure, non hanno mai fatto vacillare la sua fede. La sua speranza, dice, è che reati di questo tipo non restino impuniti.

La mia non è una battaglia contro la Chiesa. Amo la Chiesa – scrive ancora il sacerdote ai fedeli -, la servo convintamente e voglio continuare a servirla fino all’ultimo giorno della mia vita terrena. La Chiesa è un corpo sano in cui possono sorgere cellule cancerogene: i pedofili. A breve inizierà un processo giudiziale penale e sicuramente sarò impegnato cuore e anima in questo percorso. Non abbandonerò il servizio alle nostre comunità e vi assicuro il solito impegno in ogni nostro appuntamento. Questa è la chiesa di Papa Francesco in cui non possono trovare spazio inutili timidezze, nel denunciare apertamente coloro che si sono macchiati di reati tanto odiosi come la pedofilia.

Le parole di Papa Francesco sulla pedofilia nella Chiesa

La storia del parroco, che ha lasciato sgomenta la comunità di riferimento – colpita dal suo racconto -, riapre il dibattito sulla pedofilia nella Chiesa, da sempre molto discusso e molto caro anche a Papa Francesco. Lo scorso 5 maggio, in occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia, il pontefice, tornando sulla questione, aveva parlato di una “terribile piaga” della Chiesa, mettendo in luce la necessità di tutelare i minori nel corso di tutto il processo di formazione offerto negli ambienti ecclesiastici (dai seminari al catechismo).

L’abuso sessuale di minori da parte del clero e la sua cattiva gestione da parte dei leader ecclesiastici sono stati una delle sfide più grandi per la Chiesa del nostro tempo,

aveva dichiarato, sottolineando che i casi di abusi accertati all’interno del clero – centinaia, negli ultimi quindici anni – minano gli ideali stessi della religione cattolica.