Chi era Giotto Bizzarrini, causa morte dell’ingegnere conosciuto e apprezzato a livello internazionale.
Giotto Bizzarrini è morto questa sera di sabato 13 maggio 2023 all’età di 96 anni. Le sue auto erano diventate famose col tempo, in tutto il mondo.
Tra i suoi maggiori successi troviamo la Ferrari 250 GTO, il motore Lamborghini V12 e le 5300 Gran Turismo, che portano il suo nome ancora oggi, costruire in serie proprio nella sua fabbrica di Livorno.
Giotto Bizzarrini causa morte del celebre ingegnere
Bizzarrini lascia due figli e due nipoti.
Negli ultimi 20 anni, il designer e ingegnere livornese ha abitato a Quercianella, prima ancora fra Gabbro e Castelnuovo della Misericordia, nel comune di Rosignano Marittimo.
Non è dato sapere come e perché, il grande ingegnere sia morto, ma vista l’età di 96 anni, si presume di vecchiaia.
I funerali di Giotto Bizzarrini, a cura delle Onoranze Funebri della Misericordia di Antignano, si terranno lunedì 15 maggio 2023, nella Chiesa parrocchiale di Quarcianella.
Chi era Giotto Bizzarrini, il genio delle “supercar”
Giorgio Bizzarrini era nato a Livorno il 6 giugno del 1926 a Quarcianella, una frazione del comune di Livorno, in Toscana. A scegliere il suo nome fu il suo nonno paterno, educatore e autore di opere scientifiche.
Nel lungo curriculum che l’ingegnere ha pubblicato su AISA, si può leggere la ricca carriera di Giotto. Il “genio” delle auto si è laureato all’Università di Pisa nel 1953, e pratica il suo primo impiego nel mondo dei motori all’Alfa Romeo, dove entra a soli 28 anni nel reparto di sperimentazione, nel team del celebre Consalvo Sanesi.
Nel febbraio del 1957 si Bizzarrini si trasferisce alla Ferrari, dove dimostra a pieno tutte le sue qualità, lavorando ad auto come l’iconica 250 Testa Rossa. Nello stesso hanno ha una collaborazione con il reparto corse della Scuderia del Cavallino Rosso, e diventa anche il responsabile tecnico per l’ultima 1000 Miglia di sempre, dove interviene sull’impatto frenante, montando ceppi in lamiera d’acciaio, sulla 315 S, che poi guidata da Piero Taruffi, taglierà il traguardo.
Nel 1961 lascia la Ferrari e decide di mettersi i proprio, aprendo nella sua città natale la Autostar, con il fine di progettare nuovi motori. Qui lui monta su vetture Alfa Romeo e Volkswagen i freni Amadori Campagnolo, ma fornisce anche consulenze ingegneristiche per la progettazione di auto e nuovi motori. Tra i suoi committenti più famosi c’è Ferruccio Lamborghini, che ordinò un nuovo V12 per le sue auto sportive.
Dopo l’esperienza in Ferrari, viene l’incontro con un altro industriale lombardo, Piero Rivolta, che nel 1962 fa il suo esordio nel mercato delle auto di lusso con la Coupé GT 300 disegnata da Giugiaro per Bertone. Da questa macchina, deriva l’anno successivo, la ISO A3/C, destinata alle competizioni, di cui si occupa Bizzarrini.
Nel 1965 nasce la seconda ISO firmata Giotto Bizzarrini: la Grifo GT con motore V8 Chevrolet. Scomparsa la Autostar, a favore della nuova società Bizzarrini, l’ingegnere fa il debutto con il suo nome sulla 5300 GT Strada, un’auto simile alla Grifo, rivenduta con molti elementi presi in prestito dalla A3/C. Ne vennero prodotti solamente 133 esemplari. Dopodiché, la società livornese ha chiuso i battenti su scelta dello stesso ingegnere. Gli anno passano, e da imprenditore, Bizzarrini diventa anche consulente di aziende automobilistiche.
A ottobre 2012, l’Università di Firenze gli conferisce la Laurea Magistrale Honoris Causa in Design, nella nuova sede di Calenzano, a Firenze, inaugurata nello stesso giorno con la sua presenza.
Nell’autunno scorso Livorno, aveva appena celebrato la genialità di Bizzarrini con una ‘Tre giorni’ a lui dedicata, presso l’intendo degli Hangar creativi, e qualche mese prima aveva ottenuto come premio, la medaglia d’oro dei talenti livornesi dal Comune, per tramite l’assessore Alessandro Lenzi. Amedeo d’Aosta ne aveva possedute due oltre alla celebre P538S a motore centrale.
Il cordoglio del sindaco Luca Salvetti
Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, ha espresso il cordoglio nell’attestato alla famiglia, per la grave perdita: «Era veramente una eccellenza livornese e lo scorso autunno la città ha celebrato la sua genialità con una tre giorni a lui dedicata all’interno degli Hangar Creativi. È stato veramente un livornese che ha dato lustro alla sua città con le sue creazioni ha portato il nome di Livorno nel mondo».
L’omaggio di Chiara Giannini a Giotto Bizzarrini
Dalla sua pagina Facebook, Chiara Giannini, giornalista e inviata di guerra, ha ricordato e omaggiato il grande ingegnere: «È morto il grande Giotto Bizzarrini, che ho avuto l’onore di conoscere e intervistare, in quanto mio conterraneo. Nel 1964 fonda la Prototipi Bizzarrini che diventa Bizzarrini s.p.a. nel 1966, cominciando a produrre quella che sarà una delle più belle, potenti e veloci Gt italiane degli anni 60: la Bizzarrini 5300 GT Strada, capace di toccare i 280 km/h. Lavorò in Ferrari e collaborò con Lamborghini. Un grande che se ne va! Ciao, mitico Giotto!».
Nei commenti, le persone che lo hanno conosciuto sono apparse molto dispiaciute per la morte di Bizzarrini.
Roberto Simoncini scrive: «Grande uomo l’ho conosciuto e visitato spesso la sua officina sotto casa ogni volta vero affascinato da tutto ciò che faceva», al quale Chiara Giannini risponde: «Roberto Simoncini ho trovato Amalia alla camera mortuaria e ho appreso così».
Marco Mannuncci dichiara: «Condoglianze alla famiglia .Sin da piccolo andavo sulla traversa Livornese dove lui abitava a sentire i suoi motori sul banco di prova .uno spettacolo !!!!!».
Roberto Tosi afferma: «Uno dei grandi talenti. Io la ricordo la Bizzarrini. Da me a Pisa ce n’ers 1 sola. Ma incantava».