Aumenti pensioni in arrivo nel cedolino di luglio del 2023: si tratta degli incrementi dei trattamenti minimi inseriti nella legge di Bilancio di quest’anno. Con molta probabilità e pazienza dei pensionati, l’attesa potrebbe essere terminata. Gli aumenti scatterebbero dal 1° luglio prossimo e riguarderebbero una platea di percettori di trattamenti previdenziali pari a 1,3 milioni. Tra le ragioni del ritardo di sei mesi per il versamento degli aumenti dovuti, vi è proprio quella di individuare gli aventi diritto. Come si legge nel testo della legge di Bilancio 2023, gli aumenti sono destinati ad alleviare gli effetti negati dell’inflazione sui trattamenti di pensione già quantificati e attesi nell’arco dell’intero biennio.
Gli aumenti delle pensioni minime arriveranno fino a 36 euro mensili. Ma, dato il ritardo con il quale verranno erogati, ai pensionati spetteranno anche gli arretrati a decorrere dal 1° gennaio 2023.
Aumenti pensioni luglio 2023, di quanto e per chi?
Finalmente le pensioni minime potrebbero subire ritocchi in aumento per via dell’inflazione registrata nel 2022 e in vista dell’andamento dell’intero biennio. A beneficiarne saranno 1,3 milioni di pensionati che percepiscono il trattamento minimo. Il ritardo nell’erogazione degli aumenti è dovuto proprio all’esatta individuazione dei pensionati aventi diritto. Gli aumenti potranno arrivare fino a un massimo di 36 euro al mese.
Nel dettaglio, le pensioni minime beneficeranno di un aumento pari all’1,5% per tutto il 2023 per chi è al di sotto dei 75 anni; per i pensionati over 75 anni, invece, l’incremento è pari al 6,4%. Pertanto, per chi percepisce una pensione minima ed ha meno di 75 anni, l’aumento dal mese di luglio porterà l’importo da 563,74 euro a 572,20 euro mensili. Per gli over 75, invece, l’aumento porterà l’importo mensile a 599,82 euro. L’aumento massimo spetterà, pertanto, agli over 75 che avranno in più, al mese, 36,08 euro. In un anno, l’incremento è stato di 432,96 euro.
Aumenti pensioni luglio 2023, ecco il calendario fino al 2024
La stessa platea di pensionati interessati agli aumenti del trattamento minimo, otterrà anche gli arretrati a decorrere dal 1° gennaio 2023. Pertanto, il cedolino di luglio si prospetta più ricco per effetto dei due importi da corrispondere. Peraltro, l’aumento delle pensioni decretato dal governo a partire dal 1° gennaio 2023 è stato calcolato su un tasso di inflazione provvisorio del 7,2 per cento. Il dato definitivo, invece, è fissato all’8,1%. Non solo i percettori delle pensioni minime, ma tutte i pensionati hanno diritto all’adeguamento dello 0,8 per cento in base alla percentuale di aumento prevista sulla propria pensione.
L’aumento, quindi, dovrà essere pieno (100% dello 0,8 per cento) per le pensioni fino a quattro volte l’importo minimo, andando poi a scendere man mano che aumenta l’importo della pensione mensile. Il versamento di questa differenza, come avviene ogni anno, è previsto con il cedolino di gennaio 2024 e comprenderà anche il conguaglio degli arretrati dovuti per tutto l’anno 2023. Nella recente approvazione del Documento di economia e finanza (Def) 2023, si fa riferimento a impegni fissati dal governo davanti al Senato per aumentare le pensioni minime e quelle dei percettori di pensioni per l’invalidità.
Incrementi dei trattamenti di pensione minima e d’invalidità
Non si esclude che il governo possa anticipare gli aumenti delle pensioni già a partire dal prossimo autunno. Quindi, la differenza di quanto le pensioni sono aumentate per via dell’inflazione e quanto avrebbero dovuto aumentare con il dato definitivo, potrebbe essere pagata con i cedolini di pensione di fine anno come è avvenuto nello scorso autunno. A partire da ottobre 2022, infatti, il governo ha anticipato il 2 per cento degli aumenti delle pensioni da pagare da gennaio di quest’anno. Peraltro, è stato già definito il tasso di inflazione al quale si adegueranno le pensioni a partire dal 1° gennaio 2024, pari al 2,7 per cento, in attesa delle conferme di fine anno.