Un dono di pace da parte del Papa per il presidente Zelensky, una piccola scultura a forma di ramoscello d’ulivo scambiato con un’icona di madonna dipinta su un giubbotto antiproiettile donata invece dal presidente ucraino. La visita in Vaticano è stato sicuramente il punto cruciale del passaggio a Roma del capo di stato ucraino. Una visita attesa perché il Pontefice ha sempre dichiarato di voler visitare Kiev solo se in grado di visitare anche Mosca. L’importanza del momento è evidenziato soprattutto dall’atteggiamento della Santa Sede che ha subito fatto sapere come il colloquio sia stato positivo e che i temi “sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”. Il colloquio tra Papa Francesco e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha posto le basi perché l’auspicata diplomazia vaticana possa fare il suo corso
Dal Papa a Zelensky: una preghiera costante per il popolo ucraino
Il Pontefice ha voluto sottolineare il totale impegno del Vaticano per la pace assicurando “la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione”, scrive nella nota il Vaticano. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ‘gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto.
Zelensky: “Non ci può essere uguaglianza tra vittima e aggressore”
“Ho incontrato Papa Francesco. Sono grato per la sua personale attenzione alla tragedia di milioni di ucraini. Ho parlato di decine di migliaia di bambini deportati. Dobbiamo fare ogni sforzo per riportarli a casa. Inoltre, ho chiesto di condannare i crimini in Ucraina. Perché non può esserci uguaglianza tra la vittima e l’aggressore. Ho anche parlato della nostra Formula di pace come unico algoritmo efficace per raggiungere una pace giusta. Ho proposto di aderire alla sua attuazione”. Lo scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un tweet sdopo il suo incontro a porte chiuse con Papa Francesco.
Per Zelensky resta centrale anche la questione legata ai bambini ucraini deportati in Russia. “Ho chiesto al Papa di fare pressioni sulla Russia, sulla questione dei bambini ucraini deportati”. Volodomyr Zelensky ha fatto riferimento ai microfoni di Bruno Vespa di aver raccontato al Papa dei “quasi 20mila bambini ucraini deportati in Russia, un numero che potrebbe essere più grande, perché 20mila sono quelli registrati, ma nei territori ora occupati vivevano circa 200mila bambini”.
Pieno sostegno dell’Italia
Un incontro che ha chiuso una giornata piena di impegni per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che tornerà sul fronte di guerra consapevole del pieno sostegno del governo italiano evidenziate delle parole chiare della premier Meloni nell’incontro dell’ora di pranzo a Palazzo Chigi. Il sostegno dell’Italia a Kiev “è a 360%” ha ribadito la premier Meloni. L’obiettivo comune è “difendere i valori condivisi di libertà e di democrazia”. E per questo motivo Roma è intenzionata a continuare ad aiutare Kiev sul piano militare.