Tra bonus mamme, incentivi e servizi vari e ricchezza, in 37 province italiane (pari a un terzo del totale), il trend della denatalità è stato invertito negli ultimi anni tagliando il traguardo di stazionare sopra la media nazionale. In particolare in 14 province dove, dopo la pandemia, addirittura il numero dei figli è in crescita. La ricerca demografica arriva dai dati dell’Istat che tengono conto di tre fattori effettivi: la crescita dettata da politiche di assistenza alle famiglie, con bonus mamme per i figli avuti dalle coppie ma anche dalle single; il benessere del territorio, al di là degli incentivi di cui le famiglie possono disporre; le città tradizionalmente più feconde, dal punto di vista della natalità, con qualche sorpresa di un’Italia Nord-Sud invertita. 

Bonus mamme, chi può avere sostegni alla natalità? 

Bonus mamme, incentivi vari e ricchezza dei territori spingono 37 province sopra la media del tasso di natalità che, aggiornato al 2021, è di 1,25 figli per ogni donna in età feconda. La provincia con più figli per donna si conferma essere quella autonoma di Bolzano: qui, si è passati da 1,62 del 2010 quando la media nazionale era di 1,44 figli per donna, a 1,71 del periodo pre-pandemico (2019), fino a 1,72 del 2021. Di certo, a pesare sull’ottimo risultato è la ricchezza del territorio ma soprattutto la possibilità di beneficiare di servizi assistenziali più evoluti in ambito di maternità.

A crescere di più, tra il 2019 e il 2021, è la provincia di Ragusa che, a fronte di una media di 1,45 figli per donna del 2010, nel 2019 fece registrare una riduzione a 1,37, prima di risalire nel 2021 a 1,45 con una variazione di 0,08 punti. C’è da dire che, al terzo posto, si ritrova un’altra provincia autonoma, quella di Trento, che nel 2010 faceva registrare una media di 1,65 prima di scendere a 1,42 sia nella rilevazione del 2019 che in quella del 2021. Poi, al quarto e al quinto posto, figurano altre due province siciliane, rispettivamente Palermo e Catania con 1,40 figli per ogni donna, in leggero calo rispetto al 2019 (1,41) e in riduzione rispetto al 2010 (1,51 e 1,46). 

Come calcolare la natalità e dove si fanno più figli? 

Bonus e incentivi finora non hanno fatto invertire il trend della denatalità in Italia. Nel 2022, secondo i dati provvisori dell’Istat, la media scivola verso la cifra di 1,24 figli per donna. Ciò che è importante fare è guardare ai motivi per i quali in alcune province il trend ha mostrato un andamento opposto, cioè di crescita della fecondità per donna. Ad oggi, si è di gran lunga distanti da una media di sostituzione fissata a 2,1 figli per ogni donna, ma anche una media nazionale che arrivasse ovunque, in tutte le province, a 1,5, sarebbe salutata come obiettivo che garantirebbe un equilibrio generazionale sostenibile. 

L’osservazione dei dati evidenzia come ci siano province più ricche, nelle quali rientrano quelle del Nord Italia ma non Milano, dove il costo della vita e della casa non permettono di allargare le famiglie con nuovi arrivi. Il capoluogo milanese è fuori dalle prime 37 posizioni che sono al di sopra della media italiana di 1,25, mentre vi rientrano, tra le province lombarde, Sondrio al 10° posto con una media di 1,36, Lodi al 14° posto con 1,34, Brescia, Monza Brianza e Cremona al 18° posto con 1,31, Bergamo e Varese a seguire con 1,30, prima di Mantova con 1,29. 

Quali sono i bonus per le mamme? 

Poi ci sono le province particolarmente generose per quanto concerne le politiche familiari, con bonus mamme e assistenza garantita alle famiglie. Vi rientrano le due province autonome del Trentino e quelle venete. Vicenza, nella classifica dei dati 2021, si piazza al 7° posto con 1,38 figli per donna, Treviso al 12° con 1,36, Verona al 22° con 1,30, Venezia al 30° con 1,27, prima di Padova, al 33° posto, con 1,26. Province già con redditi familiari più alti riescono ad assicurare una vasta gamma di servizi e bonus a favore delle mamme.

Parliamo di spazi urbani su misura per i bambini con piste ciclabili e aree gioco (in Trentino Alto Adige), servizi per l’infanzia a costo contenuto, asili nido, “mamme di giorno” (organizzazioni che accolgono in casa dai due ai quattro bambini a prezzi contenuti, da 90 centesimi a 3,65 euro l’ora che si aggiunge a un bonus nido). Bolzano giustifica il primo posto anche con il bonus messo a disposizione delle famiglie per i figli minori che va da 55 a 70 euro al mese per i nuclei entro i 40mila euro di Isee all’anno, più l’incentivo di 200 euro al mese per ogni figlio fino al terzo anno di vita.

Province del Sud Italia dove si fanno più figli

Infine, alcune province del Mezzogiorno – soprattutto siciliane e campane – storicamente più feconde come le già citate Ragusa, Palermo e Catania, rispettivamente al 2°, 4° e al 5° posto della classifica, seguite da Siracusa (8° posto con 1,37 figli per donna), Trapani (12esima con 1,34), Crotone e Napoli (16esime con 1,33), Agrigento (30esima, con 1,27) e Caserta con 1,26 al 31esimo posto. In queste province il tasso di fecondità delle donne sembrerebbe aver retto per effetto di un modello culturale storicamente vicino alla natalità più che a politiche incentivanti della stessa. Basti considerare che, per numero di asili nido ogni 100 bambini, sei province della Sicilia si trovano negli ultimi dieci posti con ultimo assegnato a Catania con meno di 6 posti. Per avere più di 10 posti bisogna andare a Ragusa.