Bakhmut è la città che presumibilmente darà il nome alla battaglia più lunga del secolo nello scenario della guerra in Ucraina, e rischia di superare persino la battaglia di Verdun come scontro militare più lungo della storia. In seguito a dieci mesi di combattimenti, condotti particolarmente dai mercenari del gruppo Wagner, l’esercito russo è entrato in possesso di oltre il 90% della città, mentre le forze ucraine rimangono tenacemente aggrappate a uno schiera di edifici fortificati soprannominati “il Nido”.
Dopo mesi in cui le forze di Kiev sono rimaste sulla difensiva, negli ultimi giorni sono avvenuti una serie di contrattacchi localizzati, che hanno spinto alla ritirata diverse formazione russe, liberato 20km e annullato, in meno di 48 ore, guadagni territoriali che l’esercito russo ha impiegato mesi a ottenere. Evgenij Prigožin descrive la situazione con toni apocalittici: “La Wagner rischia di essere circondata“.
Si infittisce, dunque, il conflitto tra Russia e Ucraina mentre nella giornata di oggi cresce altissima l’attesa per l’arrivo di Zelensky a Roma.
Guerra Ucraina, la rivalità tra il Gruppo Wagner e il Ministero della Difesa
Dietro ai recenti successi di Kiev, anche la rivalità tra il gruppo Wagner e l’esercito regolare russo. L’ambizioso comandante del gruppo mercenario, Evgenij Prigožin, è infatti visto come una personalità scomoda dagli alti gradi di Mosca. Grazie al professionalismo dei suoi uomini e ai successi militari, la Wagner è divenuta una sorta di esercito privato, con tanto di artiglieria e aviazione. Prigožin cerca di accentrare su di sé la condotta della guerra, accusando il Ministero della Difesa di incompetenza.
Tuttavia, dopo 10 mesi di battaglia, il Gruppo Wagner non è riuscito a conquistare Bakhmut, subendo pesanti perdite. Frustrazione che ha condotto Prigožin a una serie di gesti plateali: l’annuncio della ritirata della Wagner da Bakhmut (poi annullata), l’accusa al Ministero della Difesa di “non inviare sufficienti munizioni“, e persino quella di volerlo “togliere di mezzo“. Secondo fonti ucraine, la Wagner non soffrirebbe realmente della carenza di munizioni, e vorrebbe semplicemente coprire in questo modo gli scarsi risultati militari e le perdite.
I contrattacchi a Bakhmut
A partire dal 10 Maggio, le forze ucraine hanno lanciato una serie di contrattacchi locali, che hanno gettato le forze regolari russe in fuga. Sembra che la ragione del rapido collasso del fronte sia stata proprio la mancata comunicazione tra Wagner e regolari russi. Intanto, anche a nord-est, l’esercito russo ha dovuto ritirarsi in “posizioni più vantaggiose“, liberando una nuova strada per il rifornimento della città. Intanto, i Wagner ottengono piccoli progressi nella città stessa, benché, secondo Prigožin, i fianchi esposti rischiando di trasformare la città in una trappola.
Ha fatto scalpore, poi, la notizia dell’abbattimento di un missile ipersonico Kinzhal da parte di un sistema Patriot gestito da operatori ucraini. I Kinzhal sono i missili su cui vengono montate le cariche nucleari, dunque il presunto abbattimento costituirebbe un forte indebolimento del potere di deterrenza nucleare russo.
In questo scenario bellicoso, arriva anche il bollettino “rassicurante” per Kiev che tramite le parole su Telegram del capo dell’amministrazione militare della città, Serhiy Popko, fa sapere:
Sesto attacco aereo sulla capitale dall’inizio di maggio. Nell’ultimo allarme aereo, durato 2 ore e mezza a Kiev, nello spazio aereo in direzione della capitale sono state rilevate munizioni iraniane ”Shahed”. Tutti i droni nemici che si stavano muovendo verso Kiev sono stati distrutti con successo. Nella capitale non si registrano danni o feriti.