Il numero del «massacro di Shakaola» nella setta in Kenya è aumentato di 29 unità in un solo giorno. Le vittime sono infatti salute a 179 corpi. Si tratta dei seguaci della cosiddetta «setta dei digiuni», creata dal predicatore Paul Mackenzie Nthenge. I morti sono stati riesumati dalla Squadra Omicidi keniana nella foresta del villaggio nell’entroterra della costa keniana.
Setta Kenya, sale il bilancio delle vittime
I morti sono stati trovati in fosse comuni, sepolti nel terreno di proprietà di quello che si definiva pastore. Quest’ultimo è però, anche stato tratto in arresto nella Stazione di Polizia di Malindi, dopo essere stato accusato di omicidio e istigazione al suicidio. È stato lui a chiedere ai suoi adepti di astenersi al cibo per «poter vedere Gesù».
Gli investigatori hanno dichiarato al quotidiano Daily Nation, che anche il numero degli scomparsi è aumentato: ben 609 fedeli della «Chiesa internazionale della buona novella» di Mackenzie, non hanno dato più notizie ai propri famigliari.
Il commissario regionale della costa Rhoda Onyancha ha fatto presente: «Il numero delle persone tratte in salvo rimane a 72, mentre le persone arrestate sono 65. Circa 93 famiglie hanno fornito campioni di DNA».
L’orrore del «massacro di Shakaola»
Secondo quanto appreso, i morti sarebbero stati strangolati e seppelliti dopo aver digiunato fino allo stremo per «poter vedere Gesù». L’altra scoperta choc che è stata fatta, è che «ai corpi mancano organi».
I contorni della vicenda diventano sempre più inquietanti e le morti sempre più misteriosi. Dopo l’arresto del sedicente pastore Paul Mackenzie Nthenge, fondatore della ‘Good News International Church‘, grazie alle indagini della Polizia sono stati ritrovati veri e propri nuclei famigliari, con genitori e figli seppelliti insieme. È questa la scoperta fatta in relazione al ritrovamento di fosse comuni, in un terreno della proprietà dell’accusato, nella foresta di Shakaola.
La verità emersa dalle autopsia è più che sconcertante. È chiaro infatti che alcuni organi appartenenti ai corpi delle vittime sono scomparsi. Il sospetto è che siano stati usati per un traffico illegale.
In merito si è espresso Martin Munene, l’Ispettore Capo: «Rapporti post-mortem hanno stabilito che vi sono degli organi mancanti in alcuni dei corpi delle vittime. Si ritiene che il commercio di organi umani sia ben coordinato e sta coinvolgendo diversi attori». La maggior parte dei dei membri della setta è morta di fame, ma non è tutto, perché, secondo quanto afferma il patologo capo del governo Johansen Oudor, i bambini sarebbero stati picchiati e strangolati fino ad ucciderli.
Tra i cittadini, c’è stato un fedele “pentito” della setta, che ha fatto dei racconti ben precisi alle Autorità locali. A celebrare i funerali dei seguaci che venivano uccisi, era lo stesso predicatore. In molti si erano spostati da diverse regioni del Kenya, credendogli, e cedendo lui i loro averi. Costoro credevano di comprare in cambio, una piccola parte di terreno nella sua proprietà, per vivere di preghiere e di digiuni spirituali.