Va con una “squillo” e chiama i carabinieri: questo strano caso è avvenuto a Vercelli. L’uomo aveva concordato, e pagato in anticipo, due ore in compagnia di una “lavoratrice del sesso” e quando lei, dopo un’ora, lo ha allontanato, senza restituire la metà del compenso pattuito, lui non ha trovato di meglio da fare che chiamare le forze dell’ordine.
Va con una “squillo” e chiama i carabinieri, il caso di Vercelli
A chiedere l‘intervento del 112 per la mancata restituzione del pagamento, un 32enne che, sostenendo di avere avuto un diverbio con una donna e di essere stato trattato ingiustamente, voleva che i militari facessero valere le sue ragioni. La signora, peraltro, si è giustificata dicendo che l’improvviso arrivo di un parente le impediva di onorare l’accordo preso, e che però aveva proposto una sorta di “voucher” per un incontro futuro. Lui, uscito dal luogo in cui si era consumato l’incontro, deve averci ripensato e, ai carabinieri, ha chiesto che lo aiutassero a riottenere la metà della somma versata.
Appurato che non era stata commessa alcuna condotta illecita da parte di entrambi, i militari hanno con calma invitato il giovane a riconsiderare la propria richiesta, spiegandogli che, in ogni caso, non è loro compito intervenire in favore dell’una o dell’altra parte, quando non ci sono illeciti penali da contestare. Alla fine ognuno è andato per la propria strada: un pò a malincuore il cliente ha ripreso la via di casa digerendo senza ulteriori discussioni o pretese la propria inevitabile delusione.
Le norme in materia
Nella maggior parte dei paesi, le transazioni monetarie legate al lavoro sessuale sono in un’area grigia, senza regolamentazione specifica. In alcuni casi, come quello della vicenda di Vercelli, i clienti sono costretti a chiedere l’aiuto della polizia per recuperare il loro denaro, poiché non c’è un sistema di tutela specifico per i clienti del lavoro sessuale. Questo solleva diverse questioni riguardo alla legalità e alla giustizia del sistema.