Una perizia psichiatrica dovrà accertare se Gianluca Paul Seung, l’uomo arrestato per l’omicidio di Barbara Capovani a Pisa, sia o meno capace di intendere e di volere. L’accertamento è stato chiesto e ottenuto nelle scorse ore dal pm Giovanni Porpora, che coordina le indagini riguardanti la morte della psichiatra, aggredita fuori dall’ospedale Santa Chiara lo scorso aprile. Si svolgerà con la fase dell’incidente probatorio il prossimo 23 maggio. Per l’occasione, la difesa ha nominato come consulente di parte un volto noto della tv italiana: il professor Alessandro Meluzzi.
Omicidio Barbara Capovani, perizia psichiatrica per Seung
Seung è accusato di omicidio volontario premeditato, ma potrebbe anche uscire dal carcere. Il pm che coordina le indagini riguardanti la morte della psichiatra uccisa a Pisa, Giovanni Porpora, ha infatti chiesto e ottenuto che su di lui venga effettuata una perizia psichiatrica. L’obiettivo è capire se il 35enne, al momento dei fatti, fosse capace di intendere e di volere. Se venisse accertato il contrario, cioè l’incapacità dell’imputato, quest’ultimo potrebbe essere scagionato, perché se ne presupporebbe l’impunibilità. A prevederlo è il codice penale, all’articolo 85.
Già in passato, del resto, l’uomo sarebbe stato sottoposto ad accertamenti simili. L’ultima volta nel 2022, dopo essere stato arrestato per aver aggredito una guardia giurata a Lucca. Allora l’esito dell’esame gli permise di essere assolto e non scontare alcuna pena, ma solo un periodo di libertà vigiliata in un’apposita struttura assistenziale. La nuova verifica sarà svolta il prossimo 23 maggio con la formula dell’incidente probatorio – la fase processuale che anticipa l’acquisizione delle prove e le “cristallizza” – dai professori Renato Ariatti e Stefano Ferracuti, nominati dal gip di Pisa, Nunzia Castellano. Per l’occasione, la difesa ha nominato come consulente di parte il professor Alessandro Meluzzi, noto volto televisivo.
Nel 2019 era stata proprio Barbara Capovani a diagnosticare a Seung un “disturbo narcisistico, antisociale e paranoico di personalità”.
Il paziente appare totalmente consapevole delle proprie azioni e del loro disvalore sociale,
aveva scritto, in quell’occasione, la psichiatra, sostenendo che fosse da condannare per gli eventuali reati commessi, proprio in virtù della sua consapevolezza. La donna non poteva sapere che, circa tre anni e mezzo dopo, Seung si sarebbe scagliato proprio contro di lei.
La ricostruzione dei fatti
L’aggressione è avvenuta lo scorso 21 aprile vicino all’unità funzionale Salute Mentale dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, dove Capovani lavorava come psichiatra. All’uscita, dopo la fine del turno, ad attenderla aveva trovato Seung che, approfittando di un suo momento di distrazione, l’aveva colpita con un corpo contundente. Si era poi dato alla fuga, mentre la professionista veniva soccorsa e trasferita d’urgenza in reparto. Era morta, qualche giorno dopo i fatti, nonostante il tentativo dei medici di salvarla. Gli inquirenti avevano intanto fermato Seung. Da allora il 35enne è detenuto nel carcere di Don Bosco di Pisa.
Secondo quanto ricostruito finora, avrebbe premeditato l’omicidio. Già il giorno precedente, infatti, si sarebbe recato in ospedale, celando la propria identità e cercando di rintracciare la vittima, che si era salvata perché assente. Era quindi tornato il giorno seguente, per portare a compimento il suo piano. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per i suoi comportamenti. Sui social, dove si definiva uno “sciamano mediatore fra visibile e invisibile”, condivideva teorie del complotto di ogni tipo, alcune delle quali contro i medici. Si diceva infatti contrario alla psichiatria. Per questo, se fosse stato controllato, il suo gesto, forse, avrebbe potuto essere evitato: nel 2012 aveva aggredito un medico da cui era in cura a Versilia, provocandogli diverse ferite da arma da taglio sul viso e una frattura al naso. Un episodio grave, seguito da diversi altri, fino al tragico epilogo dello scorso aprile.