La protesta ha colto nel segno. Dopo solo due giorni di tende davanti alle università da parte degli studenti per il caro affitti, il governo Meloni ha deciso lo sblocco di un fondo legato al PNRR di 660 milioni per la costruzione di nuovi alloggi.
Nuovo modo di intendere gli alloggi universitari
Da Palazzo Chigi fanno saper attraverso una nota, come l’autorizzazione allo sblocco sia arrivata su proposta del ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, la presentazione di due emendamenti governativi al disegno di legge conversione del decreto: “Il primo emendamento – precisa la nota – riguarda le misure di incentivazione al cosiddetto housing universitario introdotte dall’articolo 25 del decreto – legge n. 144 del 2022 ed è finalizzato ad allineare il testo normativo agli esiti delle interlocuzioni con la Commissione europea, definite nella giornata di ieri, che hanno consentito di escluderne la natura di aiuto di Stato. L’emendamento conferma, anche a livello legislativo, l’immediata operatività delle citate misure che destinano 660 milioni di euro” per affrontare il caro affitti degli alloggi universitari.
Il fondo di Draghi che fa comodo alla Meloni
L’azione tempestiva del governo è arrivata per cercare di spegnere il fervore delle proteste degli studenti verso il caro affitti. Da qualche giorno infatti hanno iniziato a montare interi accampamenti davanti alle principali università. Tempestività sospetta che evidenzia come il governo Meloni abbia rilanciato un fondo stanziato dal governo Draghi. Insomma, per ora il governo Meloni non ha fatto molto di pugno suo, ma ha solo seguito le direttive dell’Europa che inizialmente aveva bloccato il fondo ritendolo un aiuto di stato. Il decreto in cui era prevista la misura è l’Aiuti ter del settembre 2022, approvato dal governo Draghi nell’ambito delle riforme per il Pnrr.
Ma se la protesta sembra ora rientrare, qualche polemica potrebbe restare intorno al problema del caro affitto per gli studenti. Infatti i 660 milioni di euro sono destinati ai soli soggetti privati che producano nuovi posti letto per alloggi universitari. Quindi niente pubblico ma solo puro business immobiliare che secondo gli stessi privati valutano con un risparmio per gli studenti del massimo 15% sulle tariffe odierne.