In tempi di inflazione e di crisi bancarie in giro per il mondo, il sistema italiano registra solidità e buoni profitti. Così il governo sta valutando l’idea di introdurre una tassazione sugli extraprofitti delle banche per ridurre la disuguaglianza economica. Negli ultimi mesi il sistema bancario, nonostante il continuo rialzo dei tassi, sta registrando un periodo di ottima salute e grandi profitti.
A chi piace una extra tassa?
Nella scorsa legislatura, il governo Draghi non fu molto fortunato nella raccolta di risorse dagli extraprofitti delle compagnie energetiche. Questa volta potrebbe essere diverso perché secondo Enrico Zanetti, ex viceministro dell’Economia e consigliere dell’attuale titolare, il ministro Giancarlo Giorgetti, le banche potrebbero scegliere di restituire gli extraprofitti alla propria clientela invece che pagare tasse addizionali allo Stato.
Considerando il solo sistema bancario italiano, infatti, un incremento del guadagno delle banche italiane del 56,5% in un anno ha fatto ridere le banche ma storcere il naso a molti altri. Inoltre, sono state attuate modifiche ai contratti per via dell’aumento dei tassi, tutte a sfavore dei correntisti. Questo ha fatto immaginare un nuovo scenario da costruire per il 2023, in cui questa nuova tassazione possa essere accettata senza tante proteste dalle banche. Secondo Zanetti, quindi, le banche potrebbero scegliere di annullare le modifiche contrattuali a sfavore dei clienti e restituire gli extraprofitti alla propria clientela invece che pagare tasse addizionali allo Stato.
Una marea di extra profitti ma le tasse no
Nel primo trimestre del 2023 le banche italiane hanno registrato numeri da capogiro, se prendiamo i soli gli istituti che hanno diffuso i conti: Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBpm, Mps, Bper, Credem e Popolare Sondrio. Questi registrano profitti per circa 5 miliardi, il doppio delle previsioni e quasi tre volte rispetto al primo trimestre del 2022. Un risultato che rappresenta bene come il sistema abbia saputo bene sfruttare l’aumento dei tassi voluto dalla BCE, lavorando su strumenti come mutui e prestiti senza però dare troppi aggiustamenti ai rendimenti dei risparmiatori.
Scelta del governo impopolare per i banchieri
Dal canto suo la Meloni vorrebbe tanto estendere la norma sugli extra profitti già applicata dal governo Draghi per il settore energetico e non è certo il coraggio che le manca. Quello che preoccupa sarà la reazione dei banchieri da sempre avversi a nuove tasse. L’Associazione Bancaria Italiana attraverso il portavoce Andrea Orcel ha fatto trapelare che una tassazione sui risultati del lavoro sistema bancario non è giustificabile. In particolare gli istituti bancari ritengono di agire nella stessa direzione della clientela. Inoltre Per i banchieri una perdita dovuta alla nuova tassazione porterebbe di fatto ad una perdita che spingerebbe le banche a non continuare a svolgere il compito sociale di cui hanno la responsabilità, soprattutto in uno stato di tale incertezza economica come quella che il Paese vive attualmente.