È già stata approvata dalla Camera, lo scorso marzo, la proposta di legge presentata dal Movimento Cinque Stelle per istituire una commissione parlamentare di inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparse nel nulla ad un mese di distanza nel 1983. Nel testo, ora al vaglio del Senato, si fissava la durata dell’organismo d’indagine a quattro anni. Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia potrebbe ora ridurla a due o tre anni. A riportarlo è il Corriere della Sera, secondo cui, sulla decisione, peserebbero le recenti esternazioni di Pietro Orlandi su Papa Wojtyla.

Commissione di inchiesta Orlandi-Gregori: cosa prevede la proposta di legge del centrodestra

L’emandamento a firma del senatore Costanzo Della Porta di Fratelli d’Italia chiede, in sostanza, che siano rivisti i tempi di lavoro della commissione nell’ambito della proposta di legge presentata dal capogruppo M5S alla Camera, Francesco Silvestri, approvata all’unanimità il 23 marzo scorso. Nel testo, ora al vaglio del Senato, si fissava la durata dell’organismo – incaricato di fare luce sulle indagini che hanno riguardato la scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori – almeno a quattro anni, facendola coincidere con la fine dell’attuale legislatura di governo. Durata che adesso è messa a dura prova dal centrodestra.

A parlare della novità è il Corriere della Sera. Se la modifica dovesse essere approvata, l’articolo 1 del testo di base della proposta già passata diventerebbe come segue:

È istituita, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, per la durata di due anni (e non “della XIX legislatura”, ndr), una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi […].

In caso di esito negativo, ci sarebbe un’altra proposta di emendamento: quella di ridurre la durata a tre anni. L’obiettivo, in ogni caso, è limitare temporalmente l’esistenza della commissione. E, secondo il quotidiano milanese, su questa scelta potrebbero aver pesato le recenti esternazioni di Pietro Orlandi che, ospite di una trasmissione televisiva su La7, riportando il contenuto di un audio presumibilmente appartenente a Marcello Neroni, aveva dichiarato che Wojtyla fosse solito uscire, la sera, in compagnia di due monsignori, “non certo per benedire le case”, sollevando un vero e proprio polverone.

Le polemiche su Orlandi e la risposta del M5S

Dopo le dichiarazioni di Orlandi, in tanti avevano puntato il dito contro di lui.

Domani si discute al Senato della Commissione d’inchiesta contro Giovanni Paolo II sul caso Emanuela Orlandi. Per me che sono un Papa boy è una sofferenza vedere che si vuole infangare la memoria di Papa Wojtyla,

aveva detto Matteo Renzi, con fare quasi “minaccioso”. Non è escluso che l’emendamento possa inserirsi nello stesso debattito o che, quantomeno, ne abbia seguito la scia.

Le notizie secondo le quali nella maggioranza si starebbe pensando di modificare al Senato il testo per dare il via libera alla commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sono un pessimo segnale per le loro famiglie e per il Paese. È impensabile che i correttivi allunghino l’iter per l’approvazione della commissione al fine di mozzarne la capacità di arrivare a verità e giustizia. Le storie di Emanuela e Mirella hanno minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Dare risposte su quanto accaduto è un dovere al quale il Parlamento non deve sottrarsi,

ha dichiarato Silvestri, primo firmatario della proposta. Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali, quella incaricata di decidere sulla questione, avrebbe fissato per la fine di maggio la calendarizzazione del voto sugli emendamenti. Per i risultati si dovrà quindi aspettare, con tutta probabilità, il mese di giugno, in cui cadrà anche il 40esimo anniversario della sparizione di Emanuela. Per l’occasione il fratello Pietro starebbe organizzando un sit-in nel piazzale davanti Castel Sant’Angelo perché, come spiega in un post pubblicato su Facebook nelle scorse ore, il sindaco Gualtieri gli avrebbe negato il permesso di svolgerlo al Campidoglio in vista del Giubileo.