Seconda e ultima giornata degli Stati Generali della Natalità a Roma: oggi, ad aprire l’evento, ci sono la premier Giorgia Meloni e Papa Francesco. Due ospiti d’eccezione che daranno il via al dibattito sullo stato demografico del nostro Paese.
Il loro ingresso nella sala dell’Auditorium della Conciliazione della Capitale è stato accolto da un lungo applauso.
Meloni e Papa agli Stati Generali della Natalità, la premier: “Donne non libere se devono scegliere tra figli e lavoro”
Ad aprire le danze, ieri, il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Oggi, venerdì 12 maggio, le parole di Giorgia Meloni, che ha ringraziato per l’invito ad un’iniziativa “bella e coinvolgente”, che “sta diventando tradizionale”, in un’epoca in cui “parlare di maternità, natalità, famiglia è sempre più difficile”.
A volte sembra un atto rivoluzionario. Eravamo stati avvertiti che sarebbe arrivato un tempo in cui batterci che le foglie sono verdi in estate. Oggi bisogna avere coraggio per sostenere cose che sono fondamentali per la crescita della nostra società. Stiamo cercando di realizzare gli impegni assunti. Fin dal primo giorno il governo ha messo i figli, i genitori, le mamme e i papà in cima all’agenda politica. Abbiamo fatto della natalità e della famiglia una priorità. Vogliamo che l’Italia torni ad avere un futuro. Il governo vuole affrontare le crisi che l’Italia affronta, e tra queste è innegabile quella demografica. La scelta di un ministero dedicato lo dimostra.
La premier prosegue ribadendo l’impegno del governo sul tema. Una questione sulla quale si è espresso anche il ministro Francesco Lollobrigida.
Voglio approfittare della preziosissima presenza del Santo Padre per spiegare i perché della nostra azione. La natalità non dipende solamente da questioni materiali come la retribuzione, i servizi, la sanità. Ma dipende anche, e tanto, dalla capacità che una società ha di percepirsi come vitale, di immaginare il proprio futuro. Compito dello Stato è creare le condizioni favorevoli, con l’ambiente normativo e sul piano culturale. Vogliamo promuovere una nuova vitalità della nostra società. Vogliamo scommettere sui giovani e sulla loro fame di futuro.
Meloni ribadisce di volere una nazione “in cui le persone abbiano voglia di fare, di realizzare se stessi”, che “metta da parte paura e malinconia”.
La storia del popolo italiano non è fatta di malinconia, ma di grandi imprese, creatività, risultati che hanno impressionato il mondo. Quella è l’Italia che vogliamo tornare a vedere e a vivere. Vogliamo restituire una nazione in cui essere padri non è fuori moda, essere madri è un valore socialmente riconosciuto. Una nazione nella quale fare un figlio è una cosa bellissima. Vogliamo una nazione in cui gli uteri non si affittano e i figli non sono prodotti da banco.
Papa Francesco: “Nascita dei figli è indicatore della speranza di un popolo”
Dopo la presidente del Consiglio è intervenuto il Pontefice. Papa Francesco ha ribadito come la natalità “sia il futuro dell’Italia e l’Europa”.
Se le cose vanno così sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti. La nascita dei figli è l’indicatore della speranza di un popolo. Oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un’impresa. Questo condiziona la mentalità delle giovani generazioni. Mettere su famiglia si è trasformato in uno sforzo titanico, anziché un valore condiviso. Tra guerre, pandemie e crisi climatiche il futuro pare incerto. In questo contesto, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà. Il domani sembra una montagna impossibile da scalare. Dalla crisi non si esce uguali: usciremo migliori o peggio.
Bergoglio si è scagliato contro una cultura “poco amica della famiglia”, con le giovani donne “costrette al bivio con la maternità”.
In questo momento le donne sono schiave del lavoro selettivo, che impedisce la maternità. Occorrono politiche lungimiranti, predisporre un terreno fertile per una nuova primavera che lasci alle spalle l’inverno demografico. Bisogna cambiare mentalità. La famiglia non è parte del problema, ma parte della sua soluzione. Stanchezza interiore anestetizza i nostri desideri. I giovani hanno desiderio di felicità: diamo loro fiato, apriamo il cammino. La sfida della natalità è questione di speranza: non è ottimismo o un sentimento positivo, ma una virtù concreta. La speranza si nutre dell’impegno, cresce quando ci sentiamo coinvolti nel dare senso alla vita. Proprio nei deserti più aridi, Dio apre strade nuove.