Sono 450 pagine scritte fitte fitte ricche di considerazioni e aneddoti anche divertenti, che ti fanno divorare l’ultimo libro di Paolo Armaroli dal titolo “I senatori a vita visti da vicino” appena pubblicato dalla casa editrice La Vela di Lucca. E’ dedicato a “Giuliano Amato, Sabino Cassese ed Enzo Cheli, i tre moschettieri del diritto costituzionale” secondo Armaroli, che è stato professore ordinario di diritto pubblico comparato e docente di diritto parlamentare all’università di Genova e di Storia delle costituzioni a Firenze, e deputato al parlamento nella XIII legislatura.

Un libro del giurista ed ex parlamentare Paolo Armaroli

Armaroli distingue i senatori a vita in quattro categorie: i senatori a fin di vita, vale a dire “i senatori a morte” di Trilussa; i fantasmi, cioè gli assenteisti più o meno cronici; i benemeriti del Senato; quegli abusivi dei professionisti della politica, già deputati o senatori al momento della nomina, perché i senatori a vita dovrebbero essere espressione per lo più della cosiddetta società civile.

Di ognuno dei 38 nominati l’autore traccia un ritratto. Secondo Armaroli i senatori a vita hanno più che mi una loro ragion d’essere perché i saperi, le competenze, l’esperienza dei benemeriti della Patria rappresentano per il Senato elettivo un valore aggiunto ma, precisa, a una condizione: che esercitino sempre le loro funzioni con disciplina e onore. Come prescrive la Carta costituzionale della Repubblica.

Stefano Bisi