Storia del crimine: Henri Landru, il “Barbablù di Gambais”. Henri Désiré Landru nato a Parigi il 12 aprile 1869 e morto a Versailles il 25 febbraio 1922, è stato un criminale e serial killer francese. Henri Landru a partire dal 1915 si fece passare per un agiato vedovo e fece pubblicare un annuncio sul giornale per riuscire a trovare donne sole e ricche da sedurre. Simulando una finta agiatezza economica, faceva loro intravedere un probabile matrimonio e le invitava a soggiornare brevemente in una villa isolata da lui affittata a Gambais. Da qui l’appellativo di “Barbablù di Gambais”.
Storia del crimine: Henri Landru, il “Barbablù di Gambais”
Grazie alla sua eloquenza, riusciva a far firmare alle sue vittime una procura che gli permetteva di far man bassa dei loro conti bancari; poi le strangolava e ne faceva sparire i corpi tagliandoli a pezzi per poi bruciarli nel forno situato nella cucina della villa. Benché fosse alquanto isolata, la casa era comunque relativamente vicina ad alcune abitazioni, e i residenti della zona non potevano fare a meno di notare il frequente odore pestilenziale emanato dal fumo che usciva dal camino. E così, insospettiti, avvisarono più volte la polizia, invitandola a perquisire la villa. Nonostante tutto Landru riuscì a restare a lungo nell’ombra, grazie anche alla cautela che aveva nel compiere i suoi efferati crimini.
Il macabro e attento lavoro di Henri Landru
Henri Landru, infatti, una volta che il cadavere si era incenerito e il fuoco spento, puliva accuratamente il forno dalla cenere, per poi spargerla nei campi vicini; eliminando in tal modo tutte le tracce e le possibili prove che avrebbero potuto incriminarlo. Ma alla fine venne scoperto e il 12 aprile 1919 fu arrestato con l’accusa di truffa e appropriazione indebita. A farlo finire in manette furono soprattutto le denunce di scomparsa presentate da alcuni parenti delle vittime. Successivamente, dall’analisi di vari indizi concordanti, Landru fu accusato dell’omicidio di dieci donne e di un ragazzino che accompagnava una delle vittime.
Il processo al “Barbablù di Gambais”
Il processo a Henri Landru ebbe un’enorme eco mediatica; si aprì il 7 novembre 1921 davanti alla Corte d’assise di Seine-et-Oise nella sede di Versailles. Landru negò fin dall’inizio di essere l’autore dei crimini, ammettendo tuttavia di aver truffato le presunte vittime. Manifestò a più riprese anche un atteggiamento spesso provocatorio nei confronti della Corte, arrivando addirittura a esclamare: “Mostratemi i cadaveri!”. E così, la cucina a legna nella quale Landru aveva bruciato i corpi, venne portata nell’aula del Tribunale. Nel frattempo, una meticolosa perquisizione del giardino della casa di Gambais, rivelò frammenti di ossa umane e numerosi denti.
Landru ritenuto colpevole e condannato a morte
Sebbene le prove materiali fossero scarse, la giuria venne comunque influenzata da un’agendina di Landru in cui erano meticolosamente registrate, di suo pugno, le spese del viaggio di andata di ogni vittima; mentre erano del tutto assenti le spese del viaggio di ritorno. Di questo fatto egli non riuscì a dare alcuna spiegazione convincente. Vincent de Moro-Giafferi, il suo avvocato, lo difese strenuamente, ma di fronte a una serie di testimonianze schiaccianti e a numerose prove circostanziali non poté evitarne la condanna a morte, pronunciata il 30 novembre 1921. La richiesta di grazia, presentata all’allora presidente della Repubblica francese Alexandre Millerand, fu rifiutata il 24 febbraio 1922. L’esecuzione pubblica della sentenza avvenne alle ore 6.05 del 25 febbraio 1922 nel cortile della prigione di St. Pierre a Versailles, dove venne allestito il patibolo e la ghigliottina (nella foto: una ghigliottina esposta a Parigi). La testa mozzata e mummificata di Landru è attualmente conservata nel Museum of Death di Hollywood.
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