Paura e delirio a Palermo, dove è scoppiata l’ennesima aggressione in ospedale. Un paziente ubriaco fradicio ha dato di matto e ha iniziato a minacciare medici e infermieri, prendendosela poi con una barella parcheggiata nelle vicinanze. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha riportato la calma.
Da quanto emerge, l’episodio è avvenuto la sera del 10 maggio al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo. Nulla si sa dei motivi per cui si trovava nel pronto soccorso (probabilmente a causa dei fumi dell’alcol), ma l’uomo ha iniziato a dare in escandescenza perché, a suo dire, i dottori non avevano eseguito le cure necessarie. L’uomo ha quindi iniziato a offendere e a minacciare il personale sanitario, danneggiando una barella lì vicino. Solo l’intervento della vigilanza dell’ospedale e, in seguito, della polizia ha contenuti i danni e tranquillizzato i pazienti, che nel mentre si erano impauriti per le sfuriate dell’uomo.
Intanto la struttura sanitaria ha annunciato di aver avviato la procedura per le aggressioni al personale medico e infermieristico del nosocomio.
“In parallelo alla denuncia alle forze dell’ordine è stata attivata la procedura interna che prevede che gli operatori sanitari vittime di atti di violenza, fisica o verbale, devono darne comunicazione, tramite mail, oltre che alla Direzione, al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e al Risk Manager aziendale compilando un apposito modulo”.
Intanto il Commissario del Policlinico, Maurizio Montalbano ha affermato che:
“Desidero manifestare la solidarietà al personale del Pronto Soccorso e ringrazio le forze dell’ordine per la prontezza dell’intervento. Gli operatori dell’area di emergenza devono gestire rapporti caratterizzati da una forte emotività da parte dei pazienti e dei loro familiari, soprattutto se sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti”.
La nuova aggressione all’ospedale di Palermo si inserisce all’interno di un meccanismo che sta diventando una malsana abitudine. Sempre più sono le persone in ambito sanitario che denunciano un’aggressione ai loro danni, che sia fisica o verbale, anche se il sostrato rimane ampio. Molto lavoro bisogna fare ancora in questo settore. Solo alcune settimane fa una psichiatra, Barbara Capovani, veniva uccisa da un suo ex paziente.