Per anni non sono state date risposte credibili al diritto allo studio di migliaia di studenti universitari fuorisede e ora si prova a correre ai ripari perché la protesta potrebbe dilagare. Davanti ai rettorati aumenta il numero delle tende collocate da studenti che protestano contro il caro affitti. Per 590mila fuori sede sono attualmente disponibili 47.500 posti letto negli studentati pubblici. Secondo alcuni studi servirebbero almeno 130.000 posti letto.
La protesta per il caro affitti che limita la possibilità di studiare
Eppure il diritto allo studio è garantito dalla Costituzione, come ci ricorda Piero Calamandrei in alcune memorabili conferenze. “Mi viene in mente – disse – una certa pianticella che vive negli stagni e che ha le sue radici immerse al fondo, che si chiama la vallisneria e che nella stagione invernale non si vede perché è giù nella melma. Ma quando viene la primavera da ognuna di queste pianticelle comincia a svolgersi uno stelo a spirale, che pian piano si snoda, si allunga finché arriva alla superficie dello stagno: e insieme con essa altre cento pianticelle e anche esse in cerca del sole. E quando arriva su, ognuna, appena sente l’aria, fiorisce, ed in pochi giorni la superficie dello stagno, che era cupa e buia, appare coperta da tutta una fioritura, come un prato”.
Per Calamandrei “anche nella società dovrà avvenire qualcosa di simile. Da tutta la bassura della sorte umana originaria, dall’incultura originaria dovrà ciascuno poter lanciare su, snodare il suo piccolo stelo per arrivare a prendere la sua parte di sole”. A questo serve la scuola. Ognuno, indipendentemente dal ceto sociale, deve poter vedere il sole. Lo dice l’articolo 34 della Costituzione: “La scuola è aperta a tutti. I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Anche quegli studenti fuorisede che non possono pagare per una stanzetta 500 euro al mese.
Stefano Bisi