Fabrizio Gifuni Esterno Notte. La nostra intervista sul red carpet dei David di Donatello all’attore protagonista del film del grande regista Marco Bellocchio, vincitore della statuetta Miglior Attore Protagonista.
Fabrizio Gifuni vincitore ai David per Esterno Notte: “Ho sentito l’urgenza di raccontare questa storia”
E’ Fabrizio Gifuni il vincitore della statuetta Miglior attore protagonista durante la 68esima edizione dei David di Donatello. La pellicola del grande maestro italiano Marco Bellocchio si è portato a casa ben quatto premi, tra cui quello per la Miglior regia.
Acclamatissima l’interpretazione di Aldo Moro del regista teatrale, nonché direttore artistico del teatro Garibaldi di Lucera, che per la seconda volta ha conquistato l’autorevole riconoscimento. Il primo infatti, otto anni fa, come Miglior attore non protagonista per il film di Paolo Virzì, Il capitale umano.
E’ stato intervistato ai microfoni di Tag24 durante la sfilata sul red carpet e ha espresso tutta la sua emozione per un film che è molto di più di una mera pellicola:
“Esterno notte è stato un viaggio potente ed immersivo. E’ stato creato da uno degli artisti contemporanei più illuminati, che si chiama Marco Bellocchio, patrimonio non solo del cinema italiano ma dell’intero cinema mondiale. Fare questo viaggio insieme a Marco e a un cast di attori ed attrici straordinario, uno più bravo dell’altro, è una vera festa. Abbiamo iniziato un anno fa al Festival di Cannes, poi per più di due mesi nelle sale cinematografiche, per proseguire alla Rai. E’ un viaggio che continua. Pochi giorni fa il film era a Tokio ad esempio. Questo è il simbolo che le opere continuano a viaggiare per il mondo”.
L’interpretazione di Aldo Moro
Il 9 maggio del 1978 Peppino Impastato e Aldo Moro furono uccisi, uno dalla mafia, l’altro dalle Brigate Rosse che lo avevano rapito. La giornata è una ricorrenza speciale per tutti gli italiani e Fabrizio Gifuni con il suo Esterno Notte ha avuto una grande responsabilità: quella di aver contribuito ad accendere la luce nei più giovani su questa figura, ad oggi fondamentale.
“Ho sentito una forte responsabilità – ha commentato Fabrizio Gifuni – a tal punto da percepire l’urgenza di raccontare questa storia, questo personaggio, questa pagina così importante da averci dedicato ben dieci anni. Ho iniziato con un Moro giovane, in Romanzo di una strage, il film del 2012 diretto da Marco Tullio Giordana, e ho poi proseguito per cinque anni, e sto ancora continuando, in teatro con un lavoro personale sulle lettere e sul memoriale. L’incontro con Marco indica che questa avventura non finisce mai. Spero in qualche modo di aver ripagato questa responsabilità e di averla onorata”.