Sit-in pacifista a Cagliari, presenti cinquanta persone fuori dal Tribunale. Solidarietà ai quarantacinque indagati dell’operazione Lince tra il 2015 e il 2017.

Il sit-in pacifista a Cagliari di oggi

Una manifestazione davanti al Tribunale per esprimere solidarietà ai quarantacinque indagati dell’operazione Lince. Oggi si apre il dibattimento dell’udienza. Sono due i reati contestati ai 45 indagati che oggi sono al Tribunale di Cagliari: quaranta sono accusati di associazione eversiva mentre i restanti sono accusati anche di resistenza a pubblico ufficiale oltre che lesioni.

Operazione Lince: di cosa si tratta

La Sardegna ospita moltissime basi militari: circa il 60% delle basi. Alcune di queste sono tra le più grandi d’Europa e, come denunciano gli attivisti, spesso si svolgono addestramenti della Nato. Le basi inoltre contengono materiali militari particolari che favorirebbero l’inquinamento ambientale e l’incidenza di tumori nei paesi vicini. Tantissime le proteste contro la presenza di presidi dell’esercito in terra sarda. Alcuni attivisti antimilitaristi sono stati arrestati con diverse accuse.

Le parole di Caria e Cumpostu

Il portavoce di ‘A Foras’ Pierluigi Caria ha raccontato che il processo va avanti da molto tempo e serve per fermare la lotta di chi vorrebbe una Sardegna libera dal militarismo:

“In questi giorni ci sono imponenti esercitazioni della Nato e, sicuramente, la repressione non riuscirà a fermare il nostro movimento contro le basi militari. Noi continueremo ad andare avanti con le proteste, come succede da tantissimi anni, perché vogliamo arrivare a uno stop delle esercitazioni, alla bonifica e alla restituzione di tutte quelle terre alle popolazioni locali”

Anche il coordinatore di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu, ritiene che il processo è diventato ormai “simbolico” e che lo Stato impone la presenza militare sull’isola.