Alessandro Borghi ai David di Donatello. La nostra intervista sul red carpet all’attore protagonista di Le Otto Montagne, pellicola che ha vinto l’ambito premio di Miglior Film.
Alessandro Borghi ai David di Donatello: “Prima volevo solo fare i film, ora devo scegliere quelli giusti”
Un periodo davvero propizio questo per il meraviglioso attore, Alessandro Borghi. Oltre ad essere diventato padre di un maschio, insieme alla sua compagna Irene Forti, nei giorni scorsi, l’artista, in coppia con l’amico fidato Luca Marinelli, è stato presente ai David di Donatello. Il film che li vede protagonisti, Le otto montagne diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, ha vinto quattro statuette, fra cui quella più ambita di miglior film.
E’ stato intervistato ai microfoni di Tag24 durante la sfilata sul red carpet e ha espresso tutta la sua emozione nell’essere lì, ancora una volta:
“Ci penso spesso e alle candidature non ci si abitua mai. All’inizio ti sembra una cosa abbastanza normale, poi quando vieni qui ti accorgi che ti sale tutta un’ansia molto bella, di gestione. Dico gestione perché si deve dare la giusta importanza al riconoscimento del lavoro che non è mai scontata. Ci sono moltissimi bei film che qui non sono mai arrivati, perché mai visti e distribuiti male, quindi bisogna essere sempre riconoscenti e non dare mai nulla per scontato. Vestirsi bene, fare il red carpet e rispondere ai giornalisti. La verità è che sono molto emozionato“.
Alla domanda sull’importanza del cinema oggi e se questo si è modificato nel tempo, Borghi ha risposto:
“Il cinema viene dato per morto da chi lo vuole fare morire, io non ci casco in questo giochetto. Mi sembra impossibile. Dovrei chiederlo a mio figlio tra una decina d’anni, così capirò se è veramente cambiato qualcosa. Per adesso io vedo che il cinema esiste ancora ed è forte. Le sale sono piene, non è morto niente, bisogna fare cose belle e convincere le persone a andare a vederle”.
L’attenzione si è poi spostata verso lo sciopero degli sceneggiatori Usa di Hollywood, per protestare contro i maggiori studios di film e serie tv:
“In America c’è un’industria che è molto più grande della nostra e ci sono degli interessi economici molto più vasti. Bisogna sempre cercare di essere tutelati, di farci rispettare e di non creare qualcosa di diverso, o meglio di peggio rispetto a quello che siamo”.
Alessandro del passato e del presente
Alessandro Borghi e Luca Marinelli, oltre ad essere colleghi e protagonisti del film vincitore dei David 2023, sono uniti da un’amicizia profonda:
“Dopo il nostro primo incontro, la nostra vita è cambiata sia dal punto di vista professionale che umano. La nostra amicizia ci ha insegnato a stare meglio qui, in questo posto, a prenderlo come un momento per stare con le persone e celebrare il lavoro, che è una condizione molto semplice in realtà”.
Alla domanda sulla differenza tra Alessandro di Non essere cattivo – film del 2015 diretto da Claudio Caligari – e quello di oggi, l’attore ha risposto:
“Alessandro di 7 anni fa faceva molto meglio la dieta, quello di adesso non sta andando così bene – ha scherzato-. Quando ho fatto Non essere cattivo non avevo la percezione reale di quello che fosse il mondo del cinema, io volevo solo fare film e avere la possibilità di farne altri. Adesso è diventato il contrario, bisogna trovare il tempo per non farli e scegliere quelli giusti e cercare soprattutto di stare al passo con il tempo. Questo è il segreto e quello che mi consiglierei”.
Sui David infine e sull’importanza dei primi, ha concluso:
“Questi premi non sono mai al singolo, ma necessariamente collettivi. Se la troupe non fa i tuoi interessi, il singolo non vince nessun premio; non vale nulla il suo lavoro. Ci sono davvero tanti professionisti che amano il proprio lavoro e mi sento fortunato di conoscerne tanti”.