Cavez causa morte ancora ignote per l’amatissima firma del fumetto italiano che creò un suo stile unico, tutto tratti nervosi e ironia. All’età di 73 anni ci ha lasciato Massimo Cavezzali (questo il suo nome all’anagrafe), creando di fatto un vuoto culturale che sembra davvero difficile da colmare. Si tratta, non a caso, di un artista del visivo che, negli anni novanta, ideò il personaggio della papera antropomorfa, sexy e disinibita al perenne inseguimento del successo e dell’amore alla quale il giornalista Vincenzo Mollica in persona affibbiò il nome di Ava. Non solo però. L’uomo, originario di Ravenna, divenne celebre anche grazie alle strisce dedicate a Dio e all’omino con il nasone, senza fronte e gli occhi spalancati sul mondo a diffondere con sarcasmo e ironia perle di saggezza. Il suo tocco blasfemo ma mai esagerato non sembra appartenere alle nuove generazioni, più dirette e sboccate, per cui questa inattesa notizia getta nello sconforto i tanti appassionati in Italia di satira. A dare la notizia della sua dipartita avvenuta in data 9 maggio sono state alcune pagine sui social dedicate al più generale tema dell’arte del fumetto. Resta la sua opera, di altissimo livello narrativo.
Cavez causa morte, la carriera
Cavezzali fu autore anche di tante divertenti biografie a fumetti di musicisti, tra quella del corregionale Vasco Rossi intitolata “Ogni volta che sono Vasco” che fu un vero e proprio caso letterario per le vendite ma non fu quello il passaggio epocale della sua arte. Nato a Ravenna l’11 febbraio 1950, si trasferì in quel di Firenze fin da giovanissimo e negli anni ottanta iniziò a pubblicare vignette su riviste specializzate a fumetti tra cui le seguenti:
- Il Grifo
- Comix
- Lupo Alberto
Sugli esordi di Cavez, è lui stesso ad esprimersi così in un’intervista del 2012:
“Ho iniziato sul Mago a fare fumetti con Dio come protagonista. Poi li ho continuati su un sacco di altre riviste, e ancora adesso continuo con una striscia che si chiama Big Bang, praticamente una specie di ‘La Bibbia di Cavezzali’. E’ un argomento che non smette di interessarmi.”
Il segreto del suo successo
La formula del successo di Massimo Cavezzali era piuttosto semplice e amava svelarla lui stesso a chi la chiedeva:
“Umorismo+ filosofia+psicologia+imprevedibilità.”
Questa è la base di story-telling che lo rese uno degli autori di fumetti italiani più apprezzati e prolifici di sempre. Sul suo blog personale pubblicava ogni giorno nuovi disegni e storie con il suo tratto distintivo unico e quel suo disarmante senso dell’umorismo.
Le reazioni alla morte di Cavez
Alla diffusione della notizia della scomparsa di Massimo “Cavez” Cavezzali sono apparsi numerosi messaggi di cordoglio di colleghi fumettisti e fan tra cui si staglia questo che ben sintetizza la sua opera ma anche la sua umanit:
“Grande cartoonist, fine umorista, ha segnato un epoca e graffiato, con il suo stile unico, manie e pregiudizi della nostra società.”
Le nuove generazioni
Se è pesante l’eredità di Cavez, qualcuno tra i giovani si sta muovendo. Lo dimostra la graphic novel “Saetta Rossa” edita da Panini Comics, che affronta il tema dell’unicità creando un mondo nuovo dove tutto è incredibilmente andato bene. Lo spunto da cui parte la storia è la morte di David Bowie che “gela” il protagonista in un viaggio verso il futuro tutto da scoprire. Come diventeremo? Quali diritti impareremo a rispettare? Secondo quali libertà ci approcceremo alla vita? Domande a cui hanno risposto gli autori Marco B. Bucci e Riccardo Atzeni che, intervistati nella giungla di Radio Cusano Campus dal cantautore Bussoletti insieme a Mele, così hanno spiegato il senso della sua opera rispetto all’unicità:
“Il collegamento con quanto detto da Drusilla Foer a Sanremo qualche settimana ci sta. Le cose avvengono così, spontaneamente. Quando è nata “Saetta rossa” c’era l’intenzione di portare avanti un messaggio nascosto, che non spoilero in trasmissione per i futuri lettori, e uno più evidente che è più o meno quello della Foer. Con la graphic volevamo raccontare la necessità di sentirci più vicini, di non dividerci per i diversi punti di vista che generano molta lotta sui temi sociali ma anche molta rabbia. Certe parole si trasformano e, quando accade, bisogna avere il coraggio di buttarle via consapevoli che siamo nel mezzo di una grande trasformazione che va vissuta senza polarizzarsi.”