Chi è Tina Montinaro? È una delle promotrici dell’associazione vittime di mafia. Moglie di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio 1992, la donna da molti anni gira l’Italia per parlare del sacrificio di suo marito.
Chi è Tina Montinaro? Una vita spesa a sensibilizzare i giovani nella lotta alla mafia
Grazie all’associazione Quarto Savona Quindici che oggi presiede, Tina ha speso tutta la sua vita per sensibilizzare i più giovani nella lotta contro la mafia.
“Mio marito quel giorno a Capaci ha perso una battaglia, ma alla fine la mafia ha perso. Ha perso una guerra che aveva lei stessa dichiarato, contro lo Stato. Se oggi siamo qui, se posso girare per l’Italia raccontando di questi che non erano solo agenti di Polizia, ma uomini, padri, mariti, figli, vuol dire che la mafia, quella mafia, ha perso. La mafia delle stragi, delle bombe, ha perso”.
Le vittime di Capaci tradite dallo Stato
La donna parla con grande amarezza, la sua è una rabbia che continua a crescere dopo la notizia della scarcerazione di centinaia di mafiosi. Ecco cos’ha dichiarato all’AGI:
“Quando ho saputo dei boss liberati ho provato tanta indignazione e mortificazione per quello che ha dato mio marito a questo Stato. E per quello che io e i miei figli continuiamo a dare dopo 28 anni spendendoci tutti i giorni nelle scuole tra i giovani. Anche perché prima li fanno uscire, poi li fanno rientrare: ma quale credibilità ha questo Stato? Hanno buttato all’aria quasi 30 anni di antimafia“.
Il governo ha approvato un nuovo decreto contro le scarcerazioni, ma per Tina Montinaro non basta, così come è ancora parziale la verità sulla strage di Capaci:
“Quando parliamo dello Stato non mi riferisco alle istituzioni ma agli uomini che le governano. Noi ci siamo sempre sentiti abbandonati da questo Stato: siamo andati avanti perché abbiamo avuto la nostra idea di antimafia. Però è chiaro che queste sono mortificazioni continue anche perché in 28 anni di processi non sì è fatta piena luce, ed è insopportabile”.