L’ultimo re d’Italia, Vittorio Emanuele III, è nato dall’unione di Umberto I di Savoia, re d’Italia e custodia della sacra sindone, e Margherita di Savoia, regina d’Italia e dama nobile dell’ordine della regina Maria Luisa, nel 11 novembre 1869 a Napoli. Egli non ebbe un’infanzia molto felice per vari motivi. Il primo fra questi fu la severa tradizionale educazione di casa Savoia, caratterizzata da rigide e militaresche impartizioni, prive di slanci affettivi.

Vittorio Emanuele III fin da giovane età presentava, in confronto con i suoi coetanei delle carenze a livello fisiologico che gli scaturiva un turbamento interiore psicologico che lo portò a sviluppare un carattere schivo e cinico. Se da un lato egli presentava delle carenze, d’altro canto si distingueva per il suo raffinato intelletto, infatti vengono riconosciute come sue materie di spicco la numismatica, la storia e la geografia. Da un punto di vista scolastico frequentò le più prestigiose scuole del regno italico quali la Nunziatella di Napoli.

Vittorio Emanuele III, da principe a grande re

Il giovane principe, prima di salire al trono e divenire re, “si fece le ossa” in diversi scenari militari uno fra i tanti che possiamo ricordare è il periodo napoletano dove fu assegnato al primo reggimento fanteria nel quale riuscì a sconfiggere la propria timidezza ed a acquisire rispetto da parte delle forze milizie. L’ascesa al trono avvenne il 29 luglio 1900 data dell’assassinio del padre. Il 2 agosto dello stesso anno il re fece il suo primo discorso alla nazione e presentava il suo progetto politico.L’11 agosto il re giurò fedeltà allo statuto davanti all’allora presidente Giuseppe Saracco.

Da un punto di vista politico militare Vittorio Emanuele assume un importante notorietà: sostenne il riavvicinamento alle altre potenze che non rientravano nella triplice alleanza quali la Russia e la Francia. Egli mantenne un buon rapporto politico con il Regno Unito e con le nazioni facenti parte dell’America del sud. Parlando invece da un punto di vista di politica interna il re si focalizzò principalmente su una realizzazione di pace sociale avente come obiettivo uguaglianza tra classi sociali. Per raggiungere ciò, secondo Vittorio Emanuele III, bisognava raggiungere un elevata condizione intellettuale morale ed economica tra le classi, in particolare assicurare un prestigioso e alto livello formativo e istruttivo ai cittadini. 

Il declino del suo regno e della dinastia dei Savoia si ebbe durante la seconda guerra mondiale con la nascita del fascismo di Benito Mussolini. Il 25 luglio 1943 Vittorio Emanuele III destituì il generale ed aumentò i propri rapporti con i gruppi antifascisti. il 3 settembre fu firmato l’armistizio con gli alleati che lasciò l’esercito italiano in guerra allo sbaraglio e nella notte tra l’8 e il 9 settembre il re tentò la fuga per sfuggire dalle forze nemiche ma ciò porterà alla liberazione di Mussolini da parte dei tedeschi e alla nascita della Repubblica italiana di Salò ponendo l’Italia diviso in due. La vera fine si pone il 12 aprile del 1944 dove il re abdicò in favore di suo figlio Umberto e ciò porterà alla fine della monarchia d’Italia nel 1946. Vittorio Emanuele III è ricordato come l’ultimo effettivo sovrano italiano che si è contraddistinto in campo militare e in campo strategico e politico.

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