Emergono nuovi dettagli sul duplice omicidio di Torremaggiore. A renderli noti è, ancora una volta, Taulant Malaj, il killer reo confesso del delitto. Nel corso dell’interrogatorio avvenuto davanti al sostituto procuratore, l’uomo, già in carcere per la morte di Massimo De Santis e la figlia Jessica, avrebbe parlato di una lite avvenuta poco prima della strage tra lui e il commerciante di 51 anni, presunto amante della moglie. Ieri, nel corso di un’intervista a una tv albanese, la donna, ricoverata a causa delle ferite riportate dopo l’accoltellamento, ha sostenuto che l’uomo avrebbe abusato più volte della figlia 16enne e che, oltre a lei, si sarebbe scagliato anche contro il minore, di cinque anni. Una versione dei fatti smentita dal diretto interessato e dai legali che lo difendono.
Duplice omicidio Torremaggiore: il presunto litigio tra il killer e il commerciante ucciso
Relazioni extraconiugali, liti, abusi, violenze. Quello che si sta determinando attorno al brutale duplice omicidio di Torremaggiore è un quadro inquietante, che ogni giorno si arricchisce di nuovi particolari. A riportarli questa volta è il killer, il panettiere di origini albanesi tratto in arresto per aver ucciso un vicino di casa, Massimo De Santis, e la figlia Jessica, morta per aver cercato di fare da scudo alla madre mentre quest’ultima veniva accoltellata. Stando alle parole rilasciate dall’uomo al sostituto procuratore, poco prima della strage tra lui e la vittima maschile ci sarebbe stato un litigio.
Il motivo sarebbe la presunta relazione tra De Santis e sua moglie, Tefta, ora ricoverata a causa delle ferite riportate in seguito all’accoltellamento. La notte del delitto, poco prima che Malaj fosse colpito da una furia cieca, avrebbe scoperto, stando alla sua testimonianza, una chat tra la moglie e l’uomo, che viveva al terzo piano dello stesso condominio. Uscendo di casa, arrabbiato, si sarebbe trovato davanti proprio De Santis. Tra i due sarebbe quindi nata una lite, al culmine della quale il commerciante avrebbe spintonato Malaj e sarebbe fuggito. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso: a quel punto, infuriato, l’uomo sarebbe andato in cucina, avrebbe afferrato un coltello e l’avrebbe aggredito con oltre 20 colpi, non lasciandogli scampo.
Poi si sarebbe scagliato anche contro la moglie e la figlia, accoltellando quest’ultima al torace per quattro volte, “dove hanno sede gli organi vitali”. A metterlo in evidenza è stata la gip di Foggia, Roberta Di Maria, nel corso dell’udienza di convalida del fermo del responsabile.
La pervicacia con cui si è avventato armato di un coltello sulla moglie era tale da poterne cagionare la morte,
ha aggiunto, sostenendo che, se non ci è riuscito, è solo per cause esterne che non si aspettava, come la reazione della figlia.
E il figlio di cinque anni?
Secondo le prime ricostruzioni, la 16enne sarebbe morta per aver cercato di difendere la madre, mentre il fratello minore, un bimbo di appena cinque anni, se ne stava rintanato dietro al divano. Per i legali dell’imputato, Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio, si tratta di una ricostruzione erronea: come mostrerebbero alcuni filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza installate nell’abitazione, il piccolo sarebbe rimasto per tutto il tempo “allo scoperto”, assistendo alle aggressioni. Nonostante ciò, il padre non avrebbe mai cercato di fargli del male. Una versione che cozza con quella della moglie che, intervistata da un tv albanese, nelle scorse ore ha rivelato che l’uomo avrebbe provato ad aggredire il bimbo, ma lei si sarebbe messa in mezzo, salvandolo.
L’ombra delle molestie sessuali sulla figlia
La donna è convinta che il marito avesse pianificato tutto e che il suo obiettivo fosse decimare l’intera famiglia, incluso il figlio minore, ora affidato alle cure degli zii. A differenza di quanto riportato negli scorsi giorni dagli avvocati dell’uomo, secondo cui quest’ultimo era particolarmente legato ai figli, la vittima avrebbe poi messo in luce un altro fattore: le sue presunte molestie nei confronti della 16enne. Secondo la sua testimonianza, la giovane sarebbe stata abusata più volte dal padre. Per questo, già da un po’, nonostante avesse deciso di non denunciarlo – forse per paura di subìre delle ritorsioni -, non gli rivolgeva la parola. Un dettaglio importante, su cui gli inquirenti dovranno ora cercare di fare luce.